“Dalla provincia deve e può venire la scossa per rilanciare il partito a Napoli”. Giuseppe Annunziata è il candidato in pole per la segreteria provinciale della corrente guidata da Mario Casillo. Trentotto anni, avvocato, ex vicesindaco, assessore (con deleghe ai Lavori pubblici, Urbanistica, Manutenzione ed Eventi) e segretario Pd di Poggiomarino, delegato di Renzi e responsabile delle liste durante le Primarie. Ma soprattutto pupillo e giovane fedelissimo del capibastone democrat. Si occupa della comunicazione sui social di Casillo, mister 30mila voti che punta alla conquista di Napoli.
Annunziata candidato alla segretaria provinciale, è deciso?
“Io ancora non so nulla”.
Casillo punta su di Lei
“Mi sono sempre mosso con spirito di servizio, mai per ambizioni. Non ho interessi personali, ma se me lo chiederanno, allora…”
Allora?
“Ci rifletterò, ma non mi innamoro delle poltrone, vado per obiettivi. Quando ero assessore a Poggiomarino mi sono dimesso 6 mesi prima perché non volevo ricandidarmi”.
Gli obiettivi di Casillo sono il partito a Napoli e poi Palazzo San Giacomo dopo de Magistris. Il motore del Pd può davvero essere la provincia?
“Bassolino veniva dalla provincia, ed è stato un ottimo sindaco. Il partito si avvia al Congresso con le ossa rotte per gli strascichi delle comunali napoletane 2010 e 2015. A Napoli i dirigenti in carica hanno fatto poco. Diciamo che sono bolliti”.
Si riferisce a Carpentieri?
“Il Pd a Napoli è precipitato, bisogna risollevarlo. Napoli è un comprensorio unico, i sindaci della provincia si confrontano quotidianamente con il capoluogo, quindi niente steccati”.
Quindi Lei segretario Pd e Casillo sindaco di Napoli?
“Non rispondo. Però credo che la scossa alla città possa venire da fuori, dalla provincia, proprio perché meno legata a certe logiche e dinamiche”.
A proposito di logiche. Il caos in Direzione provinciale annuncia l’ennesimo Congresso della conta con le faide tra correnti, l’opposto di quello che l’europarlamentare Cozzolino ha auspicato in una lunga intervista a Metropolis.
“Non credo molto a quelli che si dichiarano contrari alle correnti. In tutte le formazioni sociali esistono gruppi che tentano di affermare la forza che hanno sul territorio. Il problema è che in molti hanno dimenticato che siamo al servizio del partito con l’obiettivo di farlo crescere”.
Cosa farebbe subito se dovesse essere davvero segretario provinciale Pd?
“Bisogna riaprire i circoli chiusi e soprattutto stare tra la gente. Nei territori. La forza del consigliere Casillo sta nel fatto che non riceve in uno studio dorato, ma scende in campo sui territori. Macina chilometri e chilometri ogni giorno, con ritmi impressionanti, lo so perchè lo accompagno sempre. Il futuro segretario Pd deve fare questo: dedicarsi 24 ore su 24 al partito, ascoltare le persone e i loro problemi quotidiani, stare al fianco degli amministratori locali”.
Lo stesso identikit che ha tracciato Cozzolino.
“Ecco, ma per come stanno le cose non dobbiamo ripartire da tre, come diceva Troisi, ma da zero”.
A proposito di futuro: quale sarà il rapporto tra Pd e de Magistris?
“L’accordo in Città metropolitana sia stata una buona cosa. Lo si vuole chiamare inciucio, in modo strumentale, invece è stata la strada giusta per dare risposte ai territori. Bisogna fare sì opposizione, incalzando de Magistris sulle promesse fatte e non mantenute, ma senza far mancare il dialogo istituzionale”.