Torre del Greco. Sulla carta sarebbe l’erede naturale del sindaco Ciro Borriello, sia per l’investitura pubblica dell’ex deputato di Forza Italia sia l’esperienza maturata in tre anni da first lady di palazzo Baronale. Ma, a un mese esatto dalla fine anticipata dell’amministrazione comunale guidata dal chirurgo plastico con la passione per la politica, l’ex vicesindaco Romina Stilo è praticamente uscita di scena: «è stata una bellissima esperienza, a dispetto di tutte le difficoltà affrontate e il larga parte risolte in tre anni. Ora riprenderò il mio lavoro da ricercatrice», aveva detto all’indomani delle dimissioni d’agosto. Parole per uscire dalle luci dei riflettori, in modo da valutare – senza eccessive pressioni – l’effettiva possibilità di puntare alla poltrona da numero uno di Torre del Greco.
L’ombra sugli alleati
Eppure il nome del vicesindaco uscente aleggia come un’ombra sulla coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2014. Non solo per l’assenza di potenziali alternative – i nomi degli ex assessori Luigi Mele e Salvatore Quirino non convincono né sotto il profilo politico né sotto l’aspetto della capacità di fare squadra – ma per la linea di continuità con il programma di governo cittadino portato avanti durante i tre anni del secondo mandato da sindaco di Ciro Borriello. Un’ombra da cui, tuttavia, al momento diversi alleati sembrano sfuggire. Una vera e propria fuga dettata dall’esigenza di provare – prima di cedere eventualmente all’ipotesi di puntare tutto sul ciclone Romina Stilo – alternative valide, magari provenienti dalla società civile.
La tentazione terzo polo
Non è un caso, poi, la partecipazione di vari ex consiglieri comunali inizialmente in maggioranza al “tavolo dei moderati” promosso da Giovanni Palomba. Il capogruppo uscente del Nuovo Centrodestra – insieme agli storici dissidenti della passata amministrazione comunale, Ferdinando Guarino e Luigi Caldarola – già si è lanciato nella costruzione di un terzo polo in cui attirare i fuoriusciti del centrodestra: un progetto a oggi legato a doppio filo ai percorsi già avviati in casa Pd, ma suscettibile di modifiche in corso d’opera.
Attesa per l’inchiesta
Uno scenario, dunque, particolarmente frastagliato in grado di mettere in discussione la “candidatura naturale” di Romina Stilo. Anche perché – in caso di sviluppi positivi per l’ex sindaco Ciro Borriello dell’inchiesta sulla monnezza connection all’ombra del Vesuvio – il quadro del centrodestra potrebbe radicalmente cambiare. Con buona pace di tutti i progetti già avviati.
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