Luciano Castellini è stato un grande portiere ma anche un personaggio veramente unico. Ha caratterizzato il suo ruolo con la particolare capacità di essere reattivo tra i pali e temerario nelle uscite. E’ stato il miglior rappresentate di uno stile che si contrapponeva a quello di Zoff, capofila della classicità del ruolo
Castellini era nato attaccante e spesso in allenamento (già portiere) non disdegnava di giocare in avanti. Inizia col Monza che ancora oggi lo considera il suo miglior numero uno della sua storia, anche se nella partita d’esordio incassò 5 gol dal Como.
È stato tra i protagonisti dello scudetto del Torino di Radice. Otto stagioni in granata, oltre 200 presenze ed anche una Coppa Italia. Per i Tifosi ha incarnato appieno lo speciale spirito dell’ardore granata. E’ negli anni a Torino che diventa il “Giaguaro” per il suo scatto felino che lo rende protagonista di “parate impossibili”. Veramente spericolato nelle uscite ma molto forte anche tra i pali.
Poi, quando sembrava finito, una significativa militanza nel Napoli dal 78 all’85. Anni in cui è votato sempre come miglior portiere della serie A. Nel 2010 in un sondaggio di Radio Kiss Kiss è stato votato, dai tifosi, come miglior portiere della storia del Napoli, battendo anche Zoff. Oltre 200 gare con i partenopei. Con Ferrara e De Sisti condivide il record di aver giocato più di 200 partite in serie A con due squadre diverse. Ha anche il record di imbattibilità interna, 1188 minuti dal gol di Altobelli a quello di Platini, 11 mesi dopo. In Nazionale, mezza partita in amichevole con Belgio, con un gol subito su rigore tirato dal portiere belga Christian Piot. Quella con Zoff è stata una rivalità sana e leale. Il grande Dino è stato testimone al matrimonio di Luciano
Ha lavorato come preparatore dei portieri dell’Inter e ha avuto due brevissime esperienze come allenatore della prima squadra in sostituzione di tecnici esonerati.
In un’intervista ha raccontato la sua scelta di Napoli come l’unica possibile dopo il Torino. Solo il calore dei tifosi poteva riscaldare un “cuore granata”.