Vicesindaco part time e a tempo determinato. Con un ritardo di sei mesi – a maggio le dimissioni di David Lebro – in Città metropolitana si trova l’accordo (momentaneo). Nominato numero due dell’ex provincia il consigliere deMa, Salvatore Pace. Almeno per i prossimi sei mesi: resta in piedi infatti l’ipotesi di un vicesindaco a rotazione, idea partorita da Luigi de Magistris forse per salvare all’occorrenza gli equilibri interni della sua maggioranza.
Pace disse che non aveva tempo per fare il vicesindaco. Ha cambiato idea?
“Ho fatto un patto con il sindaco. Gli ho detto: ‘Caro Luigi, sono onorato e accetto, ma prima viene il mio lavoro da preside al liceo Pansini’. Quindi svolgerò l’incarico in quelle ore che non devo dedicare alla scuola. Anche perché, riflettendoci, sono giunto alla conclusione che anche i lavoratori devono poter fare politica, altrimenti resta solo in mano ai professionisti o peggio ancora ai delinquenti”.
Cosa farà da subito?
“Nei prossimi giorni convocherò tutte le forze politiche. Non sono più soltanto il consigliere di deMa e questo incarico impone di conoscere ed ascoltare il punto di vista di tutti sulle azioni da mettere in campo”.
La sua nomina è stata condivisa da tutti, anche da Lebro?
“Sì, c’è stato un confronto con tutti i partiti e a David Lebro, persona onesta e preparata, ho già chiesto di darmi una mano per portare avanti un piano strategico per la Città metropolitana che quand’era vicesindaco, ha già cominciato a siluppare”.
Il M5S dice di non essere stato coinvolto sulla nomina.
“Infatti. Non sono stati coinvolti perché non hanno neanche accettato le deleghe”.
Se risponde così immagino quindi che approvi il patto Pd-Fi e deMa.
“La Città metropolitana non è un organo politico e vista la legge Delrio questo patto del tutto istituzionale garantisce risposte ai territori”.
E la distribuzione delle deleghe perché? Non basta essere già consiglieri?
“Oggi le materie di competenza della Città metropolitana sono pochissime: edilizia scolastica, difesa delle coste e strade provinciali. Tutte le altre funzioni della Provincia sono passate alla Regione, ma la Campania è l’unica a non aver fatto una legge per resituirle”.
Quindi è colpa della Regione Campania e di De Luca?
“Premetto che con De Luca abbiamo in comune anche le origini lucane e spero in una proficua collaborazione istituzionale. Spiegavo che, senza quella legge, avremmo dovuto fare solo tre delegati e sarebbe stata una giunta poco rappresentativa. E comunque si tratta di deleghe che non hanno un riscontro effettivo, esecutivo”.
Detta così sembra che non servano a nulla.
“Servono perchè così tutti i consiglieri propongono al sindaco e partecipano, non alzano solo la mano in Consiglio visto che non ci sono neanche le commissioni”.
Non ci sono commissioni perché non avete ancora cambiato e approvato lo Statuto.
“Sarà infatti una delle prime cose su cui lavorare”.
E poi?
“Una volta ascoltati tutti i consiglieri e i dirigenti, l’obiettivo sarà utilizzare quelle risorse provenienti dal Patto per Napoli e accumulate per promuovere tutti i territori, non soltanto la città. Dobbiamo garantire il nostro appoggio a quei Comuni che hanno difficoltà in una politica di compensazione. Elaboreremo un piano entro un anno con studi di settore in cui coinvolgeremo sindacati, università, imprenditori”.
Ma dica la verità secondo Lei la Città metropolitana è un ente utile?
“Così com’è oggi non serve. Bisogna necessariamente che il Governo intervenga sui vincoli di bilancio: abbiamo oltre 500 milioni di euro che non possiamo utilizzare”.