«Non possiamo permettere che questi episodi offendano la memoria dei nostri eroi, di quelli che hanno perso la vita e di quelli che ogni giorno sono impegnati nel garantire la sicurezza e la legalità in un città difficile». A dirlo è don Antonio Carbone, il parroco della comunità salesiana di Torre Annunziata, che ieri mattina si è precipitato nel quartiere dopo aver letto la notizia dell’atto di vandalismo. «Sono rimasto sconcertato – dice il sacerdote anticlan -. Ero in compagnia dei ragazzi della casa famiglia e con loro abbiamo commentato l’episodio. E’ nata così l’idea di venire qui a ripulirla subito». Così hanno preso secchi, stracci e solventi. Cinque ragazzi della comunità dedicata a mamma Matilde – uccisa perché denunciò gli orchi di suoi figlio – e della Peppino Brancati hanno deciso di non aspettare che l’amministrazione provvedesse alla pulizia: «Più resta quella scritta e più chi l’ha fatta è convinto di essere un super eroe e invece deve solo vergognarsi» dicono i ragazzi.
C’erano tutti i giovani ospiti della struttura che mentre ripulivano tutto sotto la pioggia hanno cercato di capire perché è stato fatto quel gesto: «Sarà stato qualche ragazzino che non sa che dobbiamo ringraziare gli “sbirri”, come dicono loro, se siamo ancora vivi e se stiamo cambiando». Don Antonio e don Luca hanno mantenuto gli ombrelli mentre i ragazzi hanno ripulito la pietra lavica.
In due ore sono riusciti a far sparire in parte quella scritta vergognosa. Al termine del lavoro un urlo liberatorio dedicato al magistrato ucciso «Falcò, ti abbiamo rimesso a nuovo, ora nessuno ti tocca più».
Spiega don Antonio: «Questo è stato l’ennesimo atto di sacrilegio ma nello stesso tempo un riconoscimento un po’ atipico all’impegno contro la criminalità da parte delle forze dell’ordine. Siamo tutti sbirri e lo saremo sempre, siamo dalla parte dello Stato e di chi combatte la criminalità». Nelle prossime ore però sarà il Comune, come anticipato dal sindaco, a provvedere alla pulizia definitiva della stele. Intanto è lo stesso don Antonio a invitare il Comune «a ricollocare subito la targa davanti al centro sociale di mamma Matilde, lei è la mamma coraggio di questa città e non possiamo permettere che venga sottratto un simbolo così importante».