“Daremo vita al partito ombra”. Non hanno alcuna intenzione di uscire dal partito, faranno la guerra da dentro cominciando a sfiduciare, laddove possono contare sui numeri, i capigruppo in Regione e al Comune. Partito in crisi e ai minimi storici, nel Pd napoletano, dopo il divorzio di Mdp, è tempo di separazione in casa. D’altra parte le carte in tribunale già ci sono: sul tavolo dei giudici giace il ricorso di Nicola Oddati, a cui si aggiungeranno quelli di altri iscritti.
La guerra dei Roses
La guerra dei Roses andrà in onda a partire da giovedì quando contemporaneamente all’Assemblea provinciale convocata per la proclamazione del segretario, Massimo Costa e la nomina degli altri componenti della segreteria e degli organismi provinciali, gli ex Ds e i sostenitori di Oddati si riuniranno al teatro Piccolo di Fuorigrotta. Alle 17,30 terranno una vera e propria controassemblea. Post, whatsapp e telefonate per tutta la giornata di ieri per la chiamata alle armi: in quest’occasione saranno anche raccolte le firme degli iscritti 2017, esclusi dal voto, per la class action per ottenere l’annullamento del Congresso provinciale.
A colpi di sfiducia
Poi, come in tutte le separazioni, sarà la volta della rivendicazione dei beni. In Consiglio regionale e a via Verdi gli ex Ds hanno la maggioranza dei consiglieri. In Regione a rischio è proprio il capitano degli ex Dc, Mario Casillo: mister 30mila voti potrebbe perdere la carica di capogruppo, avendo dalla sua parte solo due consiglieri su cinque. Altro ente, stesso scenario: al Comune in bilico Federico Arienzo che ora potrebbe fare la stessa fine inferta a Valeria Valente, sfiduciata mesi fa dai suoi colleghi-avvoltoi in piena bufera “Listopoli”. Mentre in Città metropolitana, ad avere la meglio sono gli uomini di Casillo e Topo. Stesso discorso varrà per tutte le presidenze delle commissioni regionali e consiliari.
Area metropolitana spartita
Intanto ieri la Commissione per il Congresso ha dato il via alla certificazione dei 193 delegati che voteranno giovedì il segretario provinciale, di fatto già eletto, Massimo Costa. Il candidato del Comitato 30, Tommaso Ederoclite conquista appena una ventina di delegati e un migliaio di voti. Mentre la fotografia che viene fuori dal Congresso è quella di un’area metropolitana divisa in due: la città in mano agli ex Ds e la provincia ai capibastone ex Ds, anche se in alcuni feudi casilliani, in primis Castellammare, l’affluenza alle urne è un flop.
La denuncia di Ederoclite
E proprio a Castellammare, ma anche a Pozzuoli regno di Vincenzo Figliolia vicino a Oddati, come piuttosto Giugliano e in altri circoli di Topo, dove appunto è forte la presenza delle correnti, Ederoclite denuncia che è stato impedito loro anche di entrare nei circoli e discutere la mozione. “Ci hanno ostacolato in tutti i modi – dice – facendoci trovare anche le sedi chiuse nei giorni stabiliti. Per questo motivo ora lanceremo una campagna ascolto nei circoli di Napoli e provincia. Dialogheremo con la maggioranza, ma battendoci per quelle che riteniamo questioni fondamentali per rifondare il partito, a partire dal fatto che non sono più tollerabili situazioni di questo tipo. I circoli devono essere luoghi di confronto e molti non hanno ancora sedi e dirigenti, perché il caos in alcuni casi conviene”. E nel caos il Pd si sa, non ha concorrenti, ma solo correnti.