Sorrento. Un paio di teschi, alcune costole e un mucchio di terriccio. Un ritrovamento che va studiato fino in fondo, con estrema pazienza, per definire il valore dei resti e solo a quel punto assumere tutti i provvedimenti necessari per tutelarli. Fatto sta che i lavori continuano a spron battuto a dispetto di ciò che dicono sui social fake di maniera.
Il cantiere di corso Italia, almeno per ora, non è chiuso, l’impresa Parlato costruzioni prosegue negli interventi e conta di poter tranquillamente rispettare il cronoprogramma impartito dal Comune alla firma del contratto. L’obiettivo è riuscire a completare il maquillage del salotto di Sorrento entro la prossima primavera così da presentare un altro abito, sicuramente migliore e innovativo, pure per i tanti turisti italiani e stranieri che verranno in vacanza la prossima estate.
«Negli accordi con la società è garantita la costante presenza di un archeologo sul posto» fanno sapere informalmente dagli uffici del municipio di piazza Sant’Antonino. Proprio mentre il centro di Sorrento è già pronto per il Natale con addobbi e luminarie.
Ma cosa prevede il progetto per il nuovo corso Italia? Il restyling punta al rifacimento di marciapiedi e sede stradale, che saranno rivestiti di pietra lavica. L’area sarà servita da un impianto di pubblica illuminazione a led, dotato di controllo a distanza della luminosità e casse acustiche. Prevista anche l’installazione di panchine con prese per la ricarica di smartphone e tablet e la piantumazione di alberi di arancio. Gli attuali dissuasori dislocati lungo corso Italia e le stradine di accesso al centro storico, saranno sostituti da telecamere in grado di riconoscere le targhe dei veicoli autorizzati all’accesso nella Ztl. Completano il progetto, l’installazione di totem informativi, di una rete di wi-fi pubblica e di contenitori per raccolta differenziata. Si prevede anche la realizzazione degli impianti per le acque bianche, ed interventi sulla rete della Gori, dell’Enel e su quella telefonica, oltre ad ultimare gli allacciamenti al metanodotto, così da evitare eventuali futuri scavi.