Si rabbuia solo quando le si chiede del Pd per il resto sono grandi sorrisi, battute, abbracci e selfie. Voce inconfondibile, la tempra di sempre, quasi immutabile come quella collana dorata che non toglie mai dal collo. Rosa Russo Iervolino arriva a Napoli, per il convegno “Madri e figlie d’Europa” all’Istituto italiano per gli Studi Filosofici. Fa il suo ingresso con la figlia Francesca, vicepresidente della Fondazione Nilde Iotti che ha promosso l’iniziativa. C’è anche Livia Turco, ma gli occhi sono tutti per Rosetta. Ad aspettarla consiglieri ed ex assessori, ma anche uno stuolo di dipendenti, dall’usciere al dirigente, che hanno condiviso con lei quegli anni a Palazzo San Giacomo quand’era sindaco.
«Ritrovo una Napoli splendida, meglio di Roma»
Sono passati sei anni da allora. D’obbligo chiederle come ha trovato la città che ha amministrato per due mandati. «Trovo Napoli splendida e piena di sorprese che forse noi non siamo capaci di valorizzare. Sicuramente meglio di Roma: meno buche, meno immondizia, più ordine e anche più simpatia». Insomma quindi ha lasciato le chiavi della città in buone mani, quelle di Luigi de Magistris. «Non lo so se è merito di de Magistris – risponde da ottima democristiana – non parlo mai dei miei successori, né in positivo, né in negativo. Anche perché non è mai una persona che fa un lavoro, da ex sindaco ne so qualcosa. Un obiettivo raggiunto è sempre frutto di un lavoro di gruppo, quindi non mi sento di attribuirlo a Tizio o a Caio, meno ancora di dar giudizi politici».
«Deriva Pd, soffro molto»
Non si sottrae invece ad un commento sul partito democratico. Di recente Antonio Bassolino, con cui ha fatto coppia politica segnando insieme la stagione napoletana per decenni, ha dato l’addio al partito. Un segnale forte, lei invece resta. «Io non ho deciso nulla e sto soffrendo molto nel vedere certe derive del Pd» risponde ferma con una punta di amarezza nella voce e sul volto. «Un discorso serio su cui non si può giocare» aggiunge quasi rifugiandosi poi tra le braccia di una storica funzionaria della sua segreteria, anche lei passata ieri a Palazzo Serra di Cassano solo per riabbracciarla. Affetto e amarcord, Iervolino ha una frase per tutti. Immancabile Vittorio Ciccarelli per anni suo assistente e braccio destro, anche ieri al suo fianco, sempre pieno di attenzioni e premure. L’abbraccio più forte è quello con Enzo Lipardi, storico numero uno di Città della Scienza. Un pizzicotto quasi materno sulla guancia per la senatrice Annamaria Carloni, moglie di Bassolino che con tanto di valigia, non manca all’appuntamento per salutarla con affetto. Ci sono ex assessori della sua giunta, come Rino Nasti. “Rosetta suscita sempre stima e simpatia da parte di chiunque ha avuto l’onore di lavorare con lei. Un raro esempio di rispetto e attaccamento alle istituzioni come non se ne trovano più”. Arriva anche Sandro Fucito, all’epoca consigliere comunale, poi diventato assessore nella giunta de Magistris ed oggi presidente del Consiglio comunale. «Nel 2011 prima di andarsene – ha raccontato – la Iervolino in un’intervista disse che se avesse potuto invitare qualcuno tra i politici avrebbe scelto me: un grande attestato di stima, motivo per cui non potevo non essere qui. Molti la accusano di essere stata un punto di malgoverno o degenerazione, chissà se invece non sia stato l’argine a ciò che poi dopo è deflagrato e chissà che la causa non fosse invece la qualità dei partiti e dei soggetti che dicevano di sostenerla». Tra gli ex consiglieri anche Diego Venanzoni e Giovanni Palladino, oggi deputato. Non solo il passato ricorda Iervolino. Blerina e Federica, studentesse universitarie le vanno incontro. «Eravamo piccole all’epoca, ma sappiamo che è stata un personaggio importante di Napoli» dicono prima di tirare fuori il cellulare. Rosetta le abbraccia e sorride per il selfie più bello: quello con il futuro e le nuove generazioni che si ricordano di lei.