La casa di riposo Carmine Borrelli tiene Pompei col fiato sospeso. Quello che è un bene inestimabile, con un’autentica storia alle spalle, rischia di finire nelle mani dei privati. E’ un’ipotesi concreta, reale, legata agli allarmanti conti in rosso della struttura di via Lepanto. Una parte della città s’è già mobilitata negli anni per fornire un contributo prezioso al centro di riposo per gli anziani che offre lavoro anche a 14 dipendenti. La prossima iniziativa per raccogliere fondi è in programma venerdì alle 19: nella struttura di via Lepanto è previsto un torneo di burraco, organizzato dal Club Pompei Host, Distretto Lions 108, insieme ad altri volontari: l’iscrizione prevede il pagamento della cifra di 15 euro. Soldi che andranno devoluti alla casa di riposo che accudisce gli anziani. Una gara di solidarietà che non conosce mai tregua.
L’sos alla città
A lanciare un forte appello ai suoi concittadini pompeiani, ma anche ai residenti dei comuni limitrofi, è Pasquale Di Paolo. Il noto imprenditore della città mariana, ex presidente del Club Lions Pompei, chiama a raccolta possibili alleati: «Vorrei che Pompei si svegliasse dal torpore che la contraddistingue negli ultimi tempi e inizi a prendere a cuore il problema Casa Borrelli. Un bene che ha alle spalle una sua storia e che è stato donato non soltanto alla città di Pompei, ma all’intero comprensorio. Se non c’è rispetto per quello che è stato il nostro passato, non potremmo mai parlare di cittadinanza attiva», afferma Di Paolo. «Una donna lungimirante ha donato alla nostra città la bellezza di 16 appartamenti, i cui fitti avrebbero dovuto coprire le carenze economiche della struttura stessa. Non è finita qui. Alla città è stato donato anche un terreno agricolo, i cui prodotti avrebbero dovuto sfamare gli anziani e i bisognosi. In più, la signora Borrelli ha donato anche una cappella gentilizia presso il cimitero di Scafati per garantire una degna sepoltura ai meno fortunati. Tutto questo silenzio e questa passività sono inaccettabili», spiega. «Le condizioni così gravi in cui versa la struttura, per la quale si parla di un debito di oltre un milione di euro, sono state causate da negligenze e sprechi. Negli anni sono stati affrontati evitabili costi esorbitanti e adesso tutti ne prendono distanza. In più c’è un contenzioso in atto con un esercizio commerciale della zona». Di Paolo auspica «sensibilizzazione da parte di tutti i cittadini del comprensorio. Potremmo donare ognuno di noi, ad esempio, quattro euro a testa per salvare un bene che è nostro ed impedire che finisca in mano ai privati. Che fine farebbero i 16 appartamenti, il terreno agricolo e la cappella gentilizia? Facciamo qualcosa, magari attraverso un comitato civico. La politica non potrà fare nulla visti i conti in rosso della struttura, personalmente sono già stato anche dal sindaco», conclude l’imprenditore.
Il caso
Sulla casa di riposo Carmine Borrelli di via Lepanto s’è discusso recentemente nelle stanze di Palazzo de Fusco. La nuova squadra scelta da Pietro Amitrano ha messo sotto la lente d’ingrandimento la società partecipata. Il sindaco è impegnato in prima persona per mettere la parola fine a una “battaglia” che ormai va avanti da anni e definire quanto prima il futuro di 14 dipendenti, da tempo con il fiato sospeso. Di sicuro c’è un punto su cui Amitrano non ha intenzione di fare sconti: la priorità è assicurare ai dipendenti le attuali condizioni di lavoro anche se la società dovesse essere privatizzata. Un’ipotesi che già rientrò tra le prime decisioni del neocommissario prefettizio.