L’approvazione del Piano di Sviluppo Strategico della Zona Economica Speciale (Zes) della Campania rappresenta una manna del cielo per il porto di Castellammare di Stabia, incluso tra le aree che gioveranno di agevolazioni fiscali e di semplificazioni di carattere burocratico, a partire dall’applicazione di un credito di imposta per i maxi-investimenti, proporzionale al costo dei beni acquistati, fino ad un massimo di 50 milioni di euro. Ma tutto questo avverrà a patto che le imprese mantengano le attività nella Zes per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti, e non siano in liquidazione o in fase di scioglimento. Zes e Grande Progetto Pompei, dunque, sono due grandi opportunità di investimento che potrebbero camminare di pari passo per lo sviluppo del porto stabiese. Ne è consapevole l’Autorità Portuale, che un anno fa ha anche tracciato le linee guida del piano regolatore portuale, poiché quello di cui è dotata Castellammare, risalente al 1961, secondo il presidente Pietro Spirito «non è più rispondente alle nuove norme in materia». L’obiettivo consiste nel liberare il molo di sopraflutto per consentire l’attracco delle navi da crociera, dando vita ad un polo crocieristico per navi di medie dimensioni, che funga da appoggio al sistema crocieristico di Napoli e sia rivolto principalmente al turismo per la penisola sorrentina, Capri, i siti archeologici, il Faito-Monti Lattari e il Vesuvio. «Attrarre investimenti per lo sviluppo manifatturiero indirizzato alla crescita del sistema portuale campano rappresenta una sfida che in altre realtà internazionali ha portato sviluppo ed occupazione».
Questo è l’obiettivo dichiarato di Spirito, a cui non è sfuggito l’esempio di Dubai, la più famosa area delimitata a burocrazia zero e dotata di incentivi fiscali per gli investimenti. Nel mondo se ne contano circa 2700, mentre in Europa non sono più di una settantina, con la Polonia in testa con 14 Zes. A introdurle in Italia è stato il decreto Sud del governo nazionale, che ha stanziato 200 milioni in tre anni per creare cinque Zes in altrettante Regioni meridionali (Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia). L’Autorità Portuale ha investito ben 400mila euro per le indagini e gli studi propedeutici alla redazione del piano regolatore portuale, ritenendo sottoutilizzato un porto la cui posizione strategica meriterebbe ben altra finalità. L’idea è quella di abbattere i Silos, creare una piazza a mare e recuperare gli spazi per la «realizzazione di una stazione marittima». Ma il progetto non può prescindere dal ribaltamento a mare del cantiere, che non sarebbe accompagnato dalla realizzazione del bacino di costruzione, per il quale Spirito ha già lasciato intendere che non ci sarebbero spiragli in quanto di recente è stato effettuato un investimento da 400 milioni di euro per un bacino di attracco a Gioia Tauro. Decisamente più plausibile l’ipotesi di un ammodernamento strutturale con ribaltamento del cantiere sul versante della Maricorderia. Ma non è detto che questa soluzione sia sufficiente a garantire un futuro al cantiere stabiese.
LE PAROLE DI PIETRO SPIRITO «ATTRARRE INVESTIMENTI»
L’approvazione della Zona Economica Speciale (Zes) richiama alla mente del presidente dell’Autorità portuale, Pietro Spirito, il modello Dubai «Attrarre investimenti per lo sviluppo manifatturiero indirizzato alla crescita del sistema portuale campano rappresenta una sfida che in altre realtà internazionali ha portato sviluppo ed occupazione » è la strada da seguire anche sul tratto di costa stabiese che punta alla valorizzazione turistica.