Un “legittimo impedimento” certificato dalla maestra a processo ha fatto slittare per la seconda volta l’udienza. Un’assenza che ha irritato, e non poco, le mamme dei piccoli alunni, vittime delle violenze inferte dalle docenti. «Sono due anni e mezzo che aspettiamo. Un processo lumaca che lascia genitori e figli in un incubo senza fine. Vogliamo giustizia ». A sottolinearlo è Imma, teste e mamma di un bambino che in quelle aule ha assistito a scene che mai dovrebbero riprodursi all’interno di una scuola. Soprattutto se la platea di spettatori è composta da bimbi. «Chiederemo udienza al Procuratore Capo Alessandro Pennasilico perché la situazione non è più tollerabile», ha aggiunto mamma Imma, a capo di una delegazione di 5 famiglie. Genitori che da due anni e mezzo cercano risposate su fatti gravi raccontati dai piccoli testimoni. Famiglie che ritorneranno in tribunale il 12 giugno prossimo, assistiti per la parte civile dall’avvocato Roberto Attanasio.
Bimbi in Tribunale
Chiamati al banco dei testimoni anche gli alunni della Ungaretti- Roncalli che dovranno ripercorrere i difficili momenti. Fu così che nell’udienza del 16 gennaio 2018 il primo bimbo varcò il grande ingresso della Procura oplontina, tenendo stretta la mano di nonna Anna Di Vuolo. Lui «a quel signore che gli avrebbe fatto le domande doveva raccontare cosa era successo nell’aula della scuola elementari». Difficile poter immaginare lo stato d’animo dell’alunno vittima di maltrattamenti e insulti da parte delle due maestre a processo (Elisa Bonardi, assistita dall’avvocato Romeo Del Giudice e Maria Laura Riccardi, difesa da Giovanni e Liborio Di Nola).