Era arrivata in ospedale a Boscotrecase i primi giorni di marzo. Le era stata diagnostica una sciatalgia acuta. Visitata dai medici del pronto soccorso era stata rimandata a casa con una prescrizione medica che prevedeva la somministrazione di una siringa di Voltaren, che le avrebbe allieviato il dolore. Purtroppo non è stato così. Dopo un mese di calvario, Nataschia è morta nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sorrento col dubbio che quella cura di Voltaren, forse troppo massiccia, le abbia provocato danni irreparabili.
Il calvario della 64enne inizia al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna Madonna della Neve dove arriva lamentando dolori alla schiena. Una brutta sciatalgia, secondo i medici. «Voltaren in caso di dolore acuto», le consigliano. Medicinale che però, secondo quanto dichiarato dalla figlia, aveva già assunto per una settimana, purtroppo senza esito. Quella sera Nataschia fa ritorno nella sua abitazione a Torre Annunziata dove viveva da anni assieme alla figlia. Il dolore, però, non passa. E non passa nemmeno con le altre siringhe di Voltaren. Solo un lieve miglioramento al momento, poi di nuovo il dolore.
Passano due settimane e la situazione peggiora. La figlia decide così sollecitare nuovamente il ricovero della donna in ospedale. Stavolta i medici decidono di trattenere la 64enne sotto osservazione, ma è chiaro che le sue condizioni sono preoccupanti e dai nuovi accertamenti salta fuori una perforazione gastrica. La donna peggiora ora dopo ora, e viene operata di urgenza a Boscotrecase. E’ il 26 marzo e i medici decidono di trasferirla per il decorso post-operatorio a Sorrento dove c’è l’unico posto libero in Rianimazione. Al Santa Maria della Misericordia, i medici sono costretti a tenere la paziente in coma farmacologico, qualsiasi tentativo di farla tornare cosciente fallisce perché le condizioni sono via via sempre più disperate.
Fino al decesso avvenuto il 4 aprile.
Sul caso non c’è alcuna denuncia e nemmeno un’inchiesta, però i medici hanno deciso di andare fino in fondo per capire quello che è accaduto nelle ultime settimane. La direzione dell’ospedale di Boscotrecase, appresa la notizia del decesso della donna, ha chiesto la verifica delle cartelle cliniche. Ciò che emerge è che le condizioni della donna erano già gravi quando è arrivata al pronto soccorso, o almeno era già grave la seconda volta. Ma bisogna capire soprattutto perché nessuno si era accorto la prima volta della perforazione gastrica, ammesso che non sia stata la somministrazione massiccia di Voltaren a compromettere drammaticamente il quadro clinico della donna tra il primo e il secondo accesso all’ospedale di Boscotrecase.