Sorrento – Dopo la bufera sull’imposta di soggiorno versata in ritardo o trattenuta, c’è un’altra piaga da affrontare a stretto giro in penisola sorrentina: quella delle strutture fantasma. Si tratta di strutture ricettive che in assenza di Scia ai Comuni e senza comunicare i nominativi degli ospiti al commissariato di pubblica sicurezza, ospitano una valanga di turisti da marzo a ottobre incassando centinaia di migliaia di euro.Sono soldi freschi, in contanti, con cui si aggira il Fisco oltre a eludere proprio l’obbligo di versare le quote di imposta di soggiorno ai Comuni. Insomma, una doppia irregolarità.La Procura di Torre Annunziata, da anni, monitora il fenomeno che sta assumendo contorni inquietanti. Guardia di finanza e vigili urbani sono sguinzagliati sul territorio e contano di poter chiudere il cerchio nei prossimi mesi.Decisivi, per le indagini, i siti internet specializzati dove le strutture fanno pubblicità e propongono le proprie offerte ai vacanzieri.La “truffa” dell’imposta di soggiorno scoperta aSorrento, Massa Lubrense e Sant’Agnello fa discutere. Perché 133 strutture – tra alberghi e bed and breakfast – sono state pizzicate a non essere in regola con la “tassa”. I titolari delle strutture devono rispondere dell’ipotesi di peculato d’uso avendo arrecato un danno agli enti locali. Ma quest’inchiesta, evidentemente, riguarda soltanto le strutture regolari, quelle ufficiali, quelle note sia ai Comuni sia alle forze dell’ordine. Ed è questo l’altro fronte aperto da tempo.Gli investigatori stanno scandagliando i portali del turismo. Sono anche le recensioni “postate” dagli ospiti a poter mettere nei guai le strutture fantasma che, se sul web snocciolano panorami mozzafiato e camere di alta qualità, dall’altro lato risultano totalmente “sconosciute”. Come se non esistessero.Il quadro è facile: si setacciano i maggiori portali tipo bookin.it e tripadvisor.it – e si acquiscono i numeri e i dati delle strutture presenti e recensite. Queste vengonoconfrontate con le strutture conosciute.Chi risulta non essere menzionato negli elenchi si trova probabilmente fuori dai giochi. Scatta un sopralluogo e l’inchiesta arriva alla svolta.L’autorità giudiziaria intende risolvere il caso al più presto anche perché, oltre ai danni fiscali, ci sono esigenze di sicurezza.Sì, perché le strutture fantasma ospitano persone da mattina a sera senza fare le debite comunicazioni, ad esempio, ai presidi della pubblica sicurezza. Che a loro volta non riescono a possedere i nominativi di tutti coloro che, per svariati motivi, dal turismo al lavoro, arrivano in penisola sorrentina per un soggiorno.Numeri imponenti per un settore nel quale spesso rischia di nascondersi anche l’approssimazione e la faciloneria: un effetto boomerang per chi fa del turismo una delle principali forme di reddito e di guadagno per le imprese.
Sorrento
14 luglio 2018
Sorrento: turismo, caccia alle strutture fantasma sul web