Funghi a due passi dal mare. La curiosa scoperta è avvenuta ieri notte sul lungomare. Nel bel mezzo dell’erba, tra le aiuole e i cespugli, sono apparsi alcuni funghi, molto simili ai porcini, a brevissima distanza dalla costa. L’umidità che contraddistingue il tratto antistante la villa comunale e la tipologia del terreno hanno favorito l’improvvisa diffusione di funghi della specie “boleto baio”, una variante commestibile che generalmente è piuttosto presente in terreni acidi e spunta soprattutto in autunno nel nord Italia, nei boschi di conifere e latifoglie.Un colpo di scena che, di fatto, evidenzia tutte le anomalie del lungomare stabiese, dove un ampio prato si estende dall’inizio della costa fin quasi alla riva, nascondendo la sabbia dell’arenile. Ed ora la presenza dei funghi amplia ulteriormente la gamma delle scoperte su una spiaggia che pullula di sorprese, talvolta piuttosto sgradite. Se i funghi infatti aggiungono una nota di colore quantomeno stramba all’arenile, i ratti che percorrono la villa comunale continuano a rappresentare una questione irrisolta per l’amministrazione, che ha provato a porre rimedio attraverso un intervento di derattizzazione nelle scorse settimane. Gli scarti di cibo presenti sulla sabbia e al di sotto delle passerelle rappresentano l’attrattore ideale per i topi, che si fiondano sugli avanzi alimentari per nutrirsi e poi scappano via tra i passanti. Nei progetti del sindaco, la riqualificazione dell’arenile prevede, almeno in una prima fase, l’installazione di piattaforme per attività turistico-ricettive. Ma successivamente è ipotizzabile anche un intervento di bonifica sulla spiaggia liberata in occasione della riapertura del primo tratto di villa comunale, il 25 marzo 2017, sul versante parallelo a corso Garibaldi.La chiusura degli scarichi a mare ha eliminato il principale fattore di contaminazione della spiaggia. Ma non ha sottratto a quest’ultima i disagi legati alla presenza di elementi inquinanti scaricati per anni dai rivi verso il mare e sulla sabbia circostante. Un fattore, quest’ultimo, di cui l’amministrazione comunale è intenzionata a tener conto per poter trasformare l’arenile in una risorsa.
Mauro De Riso