Torre del Greco. Due sedute in dieci giorni, la prima per procedere alla surroga di Luigi Sanguigno – l’ex candidato a sindaco del M5S pronto a tornare in Inghilterra dopo il flop alle urne – e alla lettura delle linee programmatiche della carovana del buongoverno, la seconda per alcune variazioni di bilancio particolarmente «attese» dalla maggioranza targata Giovanni Palomba.
Non a caso già pronta a programmare – un’assoluta novità per la coalizione uscita vincitrice dal ballottaggio del 24 giugno – la riunione del consiglio comunale per la seconda metà di ottobre: «Non si può: si deve procedere entro il 12 ottobre alla surroga di Luigi Sanguigno», l’ obiezione sollevata da Vincenzo Salerno, l’unico grillino rimasto in municipio in attesa dell’arrivo di Santa Borriello.
Di qui, la decisione del presidente del consiglio comunale Felice Gaglione – ascoltato il segretario generale Pasquale Incarnato, il funzionario-dandy ereditato dalla disastrosa gestione commissariale di Giacomo Barbato – di procedere a una prima convocazione dell’assise per giovedì 11 ottobre, in attesa del «piatto forte» di metà mese. Eppure, ai dilettanti allo sbaraglio sbarcati a palazzo Baronale – già passati agli «onori delle cronache» per i disastri combinati in occasione della prima riunione post-ferie d’agosto – sarebbe bastato fare una rapida ricerca sul sito delle autonomie locali per scoprire come il termine «entro e non oltre dieci giorni» per procedere alla surroga dei consiglieri comunali dimissionari abbia natura acceleratoria e non perentoria, come stabilito dal consiglio di Stato a febbraio del 2006 a conferma di una sentenza del Tar Piemonte del 2005.
Una nuova gaffe per una maggioranza in cui non mancano esperti in ricerche – a partire dagli avvocati Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – e «memorie storiche» dell’epoca del primo Ciro Borriello, quando le surroghe erano praticamente all’ordine del giorno: il risultato sarà un doppio spreco – in termini economici e in termini di «distrazione» degli impiegati di palazzo Baronale – quando sarebbe bastata, a norma di legge, una sola seduta del consiglio comunale.