IN TRINCEA PER LA LIBERTÀ – Carissimo Direttore, il tuo giornale ieri è uscito con un titolo a tutta pagina Vogliono Eliminarci che esprime in modo forte il disagio e le preoccupazioni del mondo dell’informazione verso le scelte del governo.La lotta politica, in maniera particolare quando al centro vi sono temi rilevanti per la vita del Paese, è sempre stata caratterizzata anche da momenti di aspro contrasto, per questo non possono essere le novità nelle scelte di governo, i cambiamenti veloci che scorrono sotto i nostri occhi, anche quelli che non piacciono, a spaventarci. Piuttosto mi spaventa e sono preoccupato quando si utilizzano la rabbia, le difficoltà, le sofferenze di tante famiglie per presentare un nuovo corso della politica; quando si rendono volutamente più aspri i contrasti agitando la propaganda al solo scopo di nascondere il vuoto di proposte e si inventano nemici che diventano l’elemento essenziale per dare corpo a paure e per far prevalere atteggiamenti di chiusura. La sinistra ha responsabilità enormi se su alcuni temi le preoccupazioni che da tempo si agitavano tra la gente non sono state colte e anzi sono rimaste senza risposte, non possiamo sottacerlo: dobbiamo dirci con chiarezza che non è stata in grado di mettersi in ascolto, in particolare di quella fetta del Paese in difficoltà e di cui il Sud è ampia parte, che non ha saputo offrire una valida alternativa per chi chiedeva tutele. Certo questo avrebbe comportato una seria ed ampia riflessione (auto)critica, avrebbe previsto la messa in campo di una grande capacità di mediazione evitando, soprattutto da parte del PD, che si operasse la saldatura tra il Movimento 5 stelle e la Lega; quello stesso PD il cui limite politico ancora oggi appare nella incapacità di misurarsi sul terreno della Politica e che nell’incapacità di rinnovarsi corre il rischio di riproporre pedissequamente la fallimentare via del renzismo. Occorre altro, uno sforzo e un coraggio nuovo, un bagno di umiltà, occorrono proposte e un programma che ricreino speranze e fiducia. L’apertura di un processo positivo avrebbe bisogno fin da oggi di un’opposizione che rielabori criticamente il tema della necessità di dirsi europeisti, a fronte della sterile contrapposizione con i cosiddetti “sovranisti” e la difesa dell’Europa del rigore e dell’establishment europeo; uno schema vecchio e strumentalmente usato per alimentare i contrasti di questi giorni tra governo e Commissione Europea e che espone il nostro Paese alle oscillazioni dei mercati da cui potrebbe uscirne molto male. Non possiamo rimanere indifferenti al tema della povertà e del rilancio del Mezzogiorno (lasciato dal PD nelle mani di una classe dirigente mediocre), è necessario evidenziare le forti criticità del governo su questi temi, incalzando i 5S – ad esempio – sul tema del reddito di cittadinanza, ma soprattutto denunciando come la subalternità di questi alla Lega stia facendo passare sotto silenzio la “secessione dei ricchi” e il drenaggio di risorse verso il Nord del Paese. Sono questioni su cui una Sinistra degna di questo nome dovrebbe mettere in campo un grande progetto di trasformazione sociale. E ancora dobbiamo evidenziare come la cattiva declinazione del tema del taglio ai “privilegi” è spesso portato avanti anche attraverso atti che ci stanno, nemmeno tanto lentamente, facendo scivolare su un crinale pericoloso per la stessa tenuta della democrazia. Avviene quando chiunque esprima un dissenso, anche nelle strutture ministeriali, viene prontamente rimosso, quando l’avversario politico viene presentato come il nemico del popolo, e si cerca di ridurre tutti “all’obbedienza” utilizzando il più classico e vecchio dei modi, ripetuto da tutti i peggiori regimi: ridurre al silenzio la stampa. Tagliare contributi alla stampa significa spegnere le voci che nei territori svolgono un ruolo importantissimo. Per questo esprimo la mia contrarietà verso un simile provvedimento ed esprimo, in particolare, la mia vicinanza al giornale Metropolis, che è una esperienza originale, voce importante nel territorio stabiese per le battaglie e i temi che ha sollevato, non solo sulla lotta alla camorra, ma anche per come ha raccontato la politica e denunciato la corruzione, il funzionamento delle Amministrazioni comunali, le condizioni di vita dei nostri territori, le lotte dei lavoratori, le iniziative di tante associazioni e esperienze civili; per il coraggio e la testardaggine mostrata da tutta la redazione nei momenti di vera difficoltà, tenendo aperta e viva la testimonianza anche quando per mesi e mesi i giornalisti non hanno percepito alcuno stipendio. Per voi e per tutta la voci della stampa locale, in questo momento serve un No netto, serve mobilitarsi per contrastare non solo orientamenti ma atti concreti che ritengo davvero pericolosi.
CRONACA, metropolis
25 ottobre 2018
Salvatore Vozza: scivoliamo su un crinale pericoloso per la stessa tenuta della democrazia