Mi chiamo Tiziano Valle, ho 35 anni, e faccio questo mestiere da 10 anni. Non vi stanco con la mia storia. Voglio parlarvi di una ferita, quella che ogni cronista porta dentro, magari dopo aver combattuto una battaglia immedesimandosi nel dolore della gente. La mia è quella degli ex lavoratori di Terme di Stabia, che hanno perso il posto dopo la chiusura dello stabilimento di Castellammare.Siamo nel 2015, dopo il fallimento della società, i lavoratori organizzano un pullman per protestare a Roma, nel giorno in cui il sindaco chiede aiuto al Ministero. Contattano forze politiche e giornalisti, chiedendo di affiancarli in quel viaggio. Ne parlo al giornale e mi danno l’incarico di seguire l’intera giornata. E’ una delle vertenze della nostra terra, ci sono persone che stanno perdendo il posto.Abbiamo il dovere di esserci. A bordo del pullman, quel giorno, sono l’unico giornalista ma non sono l’unico “estraneo”. Ci sono anche 4 attivisti del Movimento 5 Stelle, una di loro oggi siede tra i banchi del Parlamento. Sui volti di quelle persone che hanno perso il posto di lavoro c’è un mix di disperazione, confusione e incertezza. Quelle facce mi sono rimaste dentro, mi hanno segnato. E mi sono rimaste impresse anche le facce degli attivisti del M5S: loro sanno qual è l’unico giornale che quel giorno inviò un cronista a raccontare la disperazione dei lavoratori, a dare voce a quella battaglia.La famosa funzione sociale del giornalismo locale.
CRONACA, metropolis
27 ottobre 2018
Il diario dei cronisti di Metropolis: «Raccontiamo il dolore della nostra terra»