TORRE DEL GRECO – Cumuli di rifiuti non raccolti, cittadini esasperati e roghi notturni. È lo scenario di piena emergenza che si vive in questi giorni a Torre del Greco dove stanotte ignoti hanno dato fuoco alle montagne di spazzatura non raccolta da giorni presso l’ecopunto di via del lavoro, quartiere Sant’Antonio, a ridosso di un complesso di palazzine di edilizia popolare e in un’area dove è stato ricavato anche un parco giochi oramai inutilizzato dai bambini della zona. A spegnere il rogo causato da mani ignote sono stati i vigili del fuoco, allertati da chi dalle proprie finestre vedeva levarsi alte le fiamme mentre si era rintanato in casa per evitare di respirare i fumi potenzialmente tossici derivanti dal materiale plastico incendiato insieme alle altre frazioni di una differenziata che in città nell’ultimo anno è precipitata ben al di sotto del 30 per cento. Fino all’estate scorsa la differenza era stata stabilmente sopra il 50 per cento, quando poi il sindaco dimissionario Ciro Borriello fu arrestato a seguito di un’inchiesta legata al mondo dei rifiuti per presunte tangenti intascate dalla vecchia ditta che si occupava della raccolta, la Fratelli Balsamo. L’emergenza, dovuta in parte al collasso degli Stir campani e accentuata in città dalla profonda crisi che attanaglia il settore e che ha portato l’amministrazione a rescindere il contratto con la società Gema che gestisce l’appalto di nettezza urbana, non sta risparmiando nessuna zona di Torre del Greco, dal centro alla periferia.
La pineta De Nicola invasa dai sacchetti spazzatura
In quella pineta della villa di Torre del Greco, nella quale Enrico De Nicola trascorreva i suoi momenti di relax dedicandosi a passeggiate di riflessione e lunghe letture, il primo Presidente della Repubblica avrebbe voluto fosse realizzato un parco giochi. Per questo ha anche lasciato – come ribadito più volte dai referenti del consiglio dell’ordine degli avvocati di Torre Annunziata – precise disposizioni testamentarie. Invece in quell’area, nel corso degli anni, si è addirittura arrivati a realizzare un’isola ecologica per il deposito dei rifiuti. Fatto sta che oggi proprio la zona di via Tironi – come raccontato dal Mattino – è uno degli emblemi dell’ennesima crisi che sta interessando la Campania e in particolare proprio Torre del Greco, per numero di abitanti la quarta città più popolosa della regione. Cumuli di rifiuti non raccolti, solo in parte differenziati: di fatto una montagna di tal quale. La scena non sfugge a chi transita in una delle zone ”in” della città, qui dove la dimora che fu di De Nicola è oggi sede dell’associazione forense che porta il suo nome e dove insiste la villa che fino al 2012 ospitò la sede della Deiulemar compagnia di navigazione, la società amatoriale fallita nel maggio di sei anni fa e nella quale quasi tredicimila persone avevano investito oltre 720 milioni di euro. In campagna elettorale l’attuale sindaco, Giovanni Palomba, al quale da cinque mesi tocca sbrogliare la matassa della raccolta a singhiozzo che caratterizza il servizio Nu in città che ha fatto precipitare la differenziata sotto il 30 per cento, aveva promesso che avrebbe chiuso lo sversatoio di via Tironi. Finora invece sono i rifiuti che hanno chiuso l’accesso agli utenti, a cominciare dal varco per il transito delle auto, ostruito da una coltre maleodorante di sacchetti.