Il tentativo di corruzione, nei confronti dei militati, per i giudici «non è sintomo del rischio di recidiva» e Antonio Di Lorenzo detto ‘o lignammone è stato scarcerato. Per la Procura di Torre Annunziata il procedimento penale per l’aggravamento cautelare «è stato archiviato per difetto di concreta, seria e potenziale efficacia corruttiva dell’offerta fatta ai carabinieri». Difeso dall’avvocato Alfonso Piscino, torna nuovamente ai domiciliari il macellaio di Casola che, il 24 novembre scorso aveva aggravato la sua posizione, finendo direttamente nel carcere di Secondigliano. In effetti, durante una perquisizione da parte dei carabinieri di Gragnano, il “re” dei narcos di Casola e Lettere offrì denaro e ricompense alle forze dell’ordine, in vista del Natale, affinché chiudessero un occhio.
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