Mettere le mani sulla penisola sorrentina. Conquistare il mercato della movida. Sbaragliare la concorrenza di pusher rivali incendiando auto o esplodendo colpi di pistola nei portoni di chi osava approvvigionarsi altrove. Prendere in carico la vasta clientela da Vico Equense a Sorrento. A partire dai giovanissimi, anche minorenni. Obiettivi di un business milionario che poteva contare sia su fiumi di cocaina ma soprattutto su marijuana di qualità, con canapa indiana a “chilometro zero”, coltivata nelle aree demaniali del Monte Faito. Un sistema illecito scoperto da Procura di Torre Annunziata e carabinieri in un anno e mezzo di indagini serrate, giunte alla svolta con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare di quasi 900 pagine. Il bilancio è corposo: 29 indagati in tutto, 17 arresti (14 in carcere e tre ai domiciliari), tre divieti di dimora, sei obblighi di firma e tre sospettati a piede libero. Il blitz mette in risalto l’interesse nell’affare droga di volti noti della camorra. Spiccano i ruoli di Mario Molinari e di suo nipote Fabio Di Martino, uno dei figli del boss Leonardo Di Martino, ‘o lione, il capostipite dei Di Martino di Iuvani, con base e interessi nella zona collinare di Gragnano e sui Lattari.
Leggi l’articolo completo su Metropolis in edicola o vai alla versione digitale