Non solo automobili date alle fiamme per minacciare gli spacciatori che “osavano” rifornirsi altrove, magari preferendo la roba tagliata a Castellammare di Stabia, Torre Annunziata e Napoli. Oppure spari ai portoni delle case di chi non si era ancora piegato al dominio imposto dalla holding “patrocinata” dalla famiglia Di Martino. La follia dei pusher che volevano monopolizzare il mercato di Sorrento e dintorni puntava addirittura ad un attentato. Una vera e propria intimidazione col timbro di fuoco della camorra nei confronti di agenti e investigatori che li pressavano, che magari avevano bloccato un carico di droga. E’ l’inquietante retroscena che viene fuori dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita lunedì notte dai carabinieri della compagnia di Sorrento e che ha portato a 17 arresti e altre nove misure cautelari per complessivi 29 indagati. Sia chiaro: il progetto criminale non è stato messo a segno né al momento l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata ha portato alla luce mandanti e possibili esecutori. A nessuno dei presunti spacciatori catturati, al momento, è contestata l’ipotesi di un raid che, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, si inserisce comunque nel giro di droga portato avanti da sodali e colonnelli ritenuti vicini ai Di Martino, il clan dei monti Lattari che ha cercato di mettere radici soprattutto a Vico Equense, nella zona alta del paese.
CRONACA, Penisola
14 marzo 2019
Sorrento. Attentato contro gli agenti, il folle piano dei pusher