Torre del Greco. L’onda lunga dell’inchiesta sul voto di scambio all’ombra del Vesuvio si abbatte sulla maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Palomba. A una settimana dagli arresti eseguiti dai carabinieri della caserma Dante Iovino, l’ex golden boy Stefano Abilitato – finito agli arresti domiciliari insieme al «fraterno amico» Simone Onofrio Magliacano, assessore all’epoca di Ciro Borriello – rassegna le dimissioni da consigliere comunale, mentre il politico-poliziotto Ciro Piccirillo viene sospeso dal prefetto di Napoli. A breve, dunque, il capo dell’assise Felice Gaglione dovrà convocare il consiglio comunale per procedere alla surroga definitiva di mister 927 preferenze – lo scranno di Stefano Abilitato sarà occupato da Lucia Vitiello – e alla sostituzione temporanea del «camaleonte» di palazzo Baronale con Maria D’Orlando. Il colpo di scena è arrivato al termine del giro di interrogatori di garanzia fissati davanti al gip Antonio Fiorentino del tribunale di Torre Annunziata, primo step di un procedimento giudiziario evidentemente destinato a pesare sul futuro dell’attuale squadra di governo cittadino.
I politici muti davanti al gip
Come praticamente annunciato, sia Stefano Abilitato sia Simone Onofrio Magliacano si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Entrambi – già comparsi davanti ai magistrati durante le prime fasi delle indagini per chiarire le rispettive posizioni – punteranno sul Riesame fissato per lunedì 15 aprile per ottenere la revoca degli arresti domiciliari. Stessa strategia difensiva per Ciro Piccirillo: il leader della lista civica La Svolta si è limitato a rendere spontanee dichiarazioni per chiarire il proprio rapporto con Giovanni Massella – il figlio del boss ucciso in un agguato di camorra a marzo del 2003 – conosciuto all’epoca in cui era testimone di giustizia e ora in carcere perché ritenuto il capo della «falange armata» assoldata da Simone Onofrio Magliacano e Stefano Abilitato per la compravendita dei voti. In pratica – come anticipato a Metropolis Quotidiano – il consigliere comunale avrebbe confermato di avere telefonato all’ex testimone di giustizia il giorno delle elezioni, ma avrebbe negato qualsiasi «soffiata» relativa ai controlli delle forze dell’ordine all’esterno dei seggi di corso Garibaldi.
Lo sponsor del sindaco
Ha scelto di parlare, invece, Domenico Pesce: il responsabile del Centro Onlus nonché sponsor elettorale del sindaco Giovanni Palomba è accusato di «concorso esterno» relativamente alla consegna dei pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà economica in cambio di voti. L’ex presidente della Turris ha provato a spiegare il funzionamento della distribuzione di generi di prima necessità ai poveri, allegando una serie di documenti utili a «tracciare» il percorso dei pacchi alimentari arrivati a Torre del Greco.
L’imprenditore e il meccanico
A concludere il giro di interrogatori Gennaro Savastano – il meccanico della zona porto accusato di avere schiaffeggiato Stefano Abilitato in vico Agostinella – e Vincenzo Izzo, il titolare della pescheria Don Do’. Entrambi gli indagati – figure, al momento, marginali rispetto al filone principale dell’inchiesta – hanno confermato di avere «discusso» con l’ex golden boy di Forza Italia, ma negato qualsiasi tipo di minaccia o aggressione. L’imprenditore del settore ittico avrebbe confermato il proprio sostegno in campagna elettorale a Mario Buono e a Romina Stilo, ma smentito qualsiasi episodio violento: la lite con Pietro Di Cristo – episodio richiamato da Stefano Abilitato – sarebbe avvenuta per il mancato rispetto di un impegno da parte di palluttiello e non sarebbe sfociato in alcuna aggressione, come peraltro confermato dalla presunta vittima. Inoltre Vincenzo Izzo avrebbe negato – contrariamente alle parole messe nero su bianco da un testimone ascoltato dai carabinieri – la partecipazione alla cena organizzata da Romina Stilo la sera dello «scontro» in vico Agostinella. Al momento, sia Gennaro Savastano sia Vincenzo Izzo restano al divieto di dimora in città in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.
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