CASTELLAMMARE DI STABIA – Millecinquecento euro ogni 10 del mese, più dieci euro per ogni pedana caricata sui tir diretti in Olanda. La tassa imposta dalla camorra per anni ha strozzato gli imprenditori che lavorano nel mercato dei fiori, ne ha spinti alcuni sul baratro della crisi, altri a lasciare la città o a reinventarsi un lavoro. Il monopolio criminale in quell’area industriale al confine tra Castellammare di Stabia e Pompei, manco a dirlo, è del clan Cesarano, la cosca che fa affari con le estorsioni e i traffici di droga e armi. Una pressione asfissiante che dal 2014 sarebbe diventata ancor più insopportabile per gli imprenditori, tanto da far cominciare ad aprire le prime crepe in un muro di omertà che resiste da decenni. Segnali di malessere che hanno creato un piccolissimo varco nel quale sono stati bravi ad infilarsi gli investigatori per cominciare a scavare fino ad arrivare a inchiodare i componenti della banda guidata da Luigi Di Martino, alias ‘o profeta.
Tiziano Valle
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