CASTELLAMMARE DI STABIA – Luigi Di Martino non guardava in faccia a nessuno. Il pizzo dovevano pagarlo tutti, anche i parenti di vecchi boss della camorra in galera ormai da decenni. Sulla tassa imposta dal clan Cesarano ai trasportatori e ai grossisti del mercato dei fiori, nessuno sconto: a pagare doveva essere anche una ditta nella quale bazzicava il fratello di Vincenzo D’Apice, alias ‘o bumbularo, considerato uno dei boss nel rione Cmi, alla periferia di Castellammare di Stabia. Una pretesa, quella dei fedelissimi di Luigi Di Martino, alias ‘o profeta, che scatenò anche tensioni all’interno del mercato dei fiori e con il vecchio ras della cosca di Ponte Persica. D’Apice infatti – durante un permesso premio in città – voleva incontrare proprio Di Martino per chiedergli spiegazioni dopo il pestaggio a un imprenditore, suo amico. Ma alla fine, quell’incontro non ci fu.
Leggi l’articolo completo su Metropolis in edicola o vai alla versione digitale http://metropolis.ita.newsmemory.com/