Torre del Greco. La data cerchiata in rosso sul calendario del sindaco Giovanni Palomba è martedì 23 luglio, quando lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio si dovrà presentare in consiglio comunale per approvare alcuni importanti provvedimenti. Ma, in aula, la carovana del buongoverno uscita vincitrice dalle elezioni del 2018 rischia di arrivare con le ruote a terra. E senza numeri. Perché la nascita del super-gruppo «griffato» Pd – composto da tutti gli «scappati di casa» dalle proprie liste civiche – ha scatenato una vera e propria guerra senza frontiere all’interno della maggioranza di palazzo Baronale.
La faida tra ex Borrelliani
Come era facile prevedere già al momento della nascita della coalizione, l’ex consigliere comunale al servizio di Ciro Borriello – sceso in campo proprio per cancellare il «sistema» costruito dal chirurgo plastico con la passione per la politica – dovrà fare i conti con la «faida» scatenata da due ex Borrielliani. Ovvero, Pasquale Brancaccio – il politico-ultrà con un passato da presidente del consiglio comunale – e l’attuale numero uno dell’assise Felice Gaglione, a capo del gruppo formalmente guidato dalla neofita Iolanda Mennella. Dal giorno dell’ufficializzazione del super-gruppo in cui sono confluiti gli avvocati-dissidenti Gaetano Frulio e Luisa Liguoro – i riferimenti di Luigi Mennella pronti a scaricare i compagni d’avventura Vittorio Guarino e Annalaura Guarino per «abbracciare» i colleghi del Pd sotto mentite spoglie – Pasquale Brancaccio non ha risparmiato veleni e accuse all’ex delfino del vicesindaco Donato Capone, lo specialista delle politiche sociali. E proprio le politiche sociali – il secondo «campo minato» del Comune, dopo l’affare-rifiuti – sono finite al centro della disputa sia social sia reale. Con l’ex capo dell’assise cittadina pronto a denunciare le presunte pressioni del suo successore per la nomina di Renato Grimaldi a coordinatore dell’ente d’ambito. Un’accusa a cui Felice Gaglione ha immediatamente replicato, allungando sull’alleato pesanti ombre di parentopoli su alcune assunzioni in municipio. A entrare a gamba tesa nella crisi, una seconda ex Borrelliana: sotto traccia, Annalaura Guarino – naturalmente «consigliata» dal padre Ferdinando Guarino, assessore sia ai tempi di Valerio Ciavolino sia ai tempi di Ciro Borriello – sarebbe pronta a sostenere le ragioni del politico-ultrà. Perché la «fuga» di Gaetano Frulio e Luisa Liguoro verso mister 1.400 voti non è andata giù alla baby politica di palazzo Baronale, già indispettita dalle varie iniziative «in solitaria» prese dai due avvocati-dissidenti. E il gruppo di scontenti si potrebbe ulteriormente allargare fino al prossimo 23 luglio.
La maggioranza alternativa
Non a caso, il primo cittadino tra uno scherzo e una processione lavora alla costruzione di una maggioranza alternativa. In modo da essere pronto a un eventuale colpo di mano degli alleati. A dispetto delle dichiarazioni di facciata, il capitano di lungo corso Antonio Spierto è già salpato sulla «varca ‘mbriacata» di Giovanni Palomba: ufficialmente voterà favorevolmente «solo gli atti prodromici all’attuazione dei punti programmatici» previsti dal super-gruppo «griffato» Pd, ma il suo sostegno è dato per certo. Diversi, poi, sono i nomi caldi dell’opposizione segnati sul taccuino del primo cittadino per ritrovare i numeri. E uscire dai due fuochi in cui è finito con lo scoppio della faida tra ex Borrielliani.
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