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Legge Falcucci, scure sul Comune di Torre del Greco: «Deve restituire 6,6 milioni»
CRONACA, TORRE DEL GRECO
21 luglio 2019
Legge Falcucci, scure sul Comune di Torre del Greco: «Deve restituire 6,6 milioni»
Alberto Dortucci Alberto Dortucci

Torre del Greco. Non bastassero le grane giudiziarie e le fresche dimissioni del sindaco Giovanni Palomba, una nuova tegola si abbatte su palazzo Baronale. E rischia di costare alle casse dell’ente di largo Plebiscito la bellezza di 6,6 milioni di euro e spiccioli, ovvero la somma richiesta dalla UnipolSai – l’agenzia assicurativa in passato nota come Fondiaria – attraverso una nota firmata dall’avvocato Carlino Scofone. La stangata finanziaria arriva direttamente dagli anni Ottanta e si riferisce a una vertenza giudiziaria legata allo «scandalo Falcucci», la tangentopoli di Torre del Greco costata l’arresto a vari politici dell’epoca.

La battaglia legale

Stavolta, tuttavia, sindaci e consiglieri comunali non c’entrano. Alla base della richiesta – al momento formalizzata solo tramite pec, la posta elettronica certificata, all’avvocato capo Antonioluigi Iacomino – ci sarebbe una sentenza passata in giudicato con cui sarebbe stata annullata la convenzione stipulata all’epoca con Edilprog, il consorzio d’impresa incaricato di realizzare undici scuole – finanziate proprio dalla legge 488 del 1986, semplicemente nota come legge Falcucci – all’ombra del Vesuvio. Una vera e propria mazzata per il Comune, all’epoca pronto – in virtù di un pronunciamento del tribunale di Torre Annunziata del 2006 – a incassare dalla Fondiaria il rimborso delle anticipazioni versate all’ente di largo Plebiscito nella somma di 3,7 milioni di euro. In pratica, la polizza fideiussoria scattata dopo la «fuga» di Edilprog e la mancata realizzazione di alcuni istituti scolastici. Secondo la nota inviata dal legale della UnipolSai la richiesta di restituzione di 6,6 milioni nascerebbe dalla circostanza che «essendo stata annullata sia la convenzione di affidamento alla Edilprog sia la transazione successivamente intervenuta tra il Comune e il consorzio affidatario, l’obbligazione di garanzia sarebbe rimasta travolta dall’estinzione del rapporto garantito». Quindi, la somma versata all’epoca nelle casse dell’ente di largo Plebiscito costituirebbe un indebito pagamento. Da restituire oggi alla UnipolSai.

Le mosse del Comune

L’avvocato capo Antonioluigi Iacomino ha girato la nota per un parere informale al professore Paolo Stella Richter – difensore del Comune in tutta la complessa vicenda – nonché al sindaco Giovanni Palomba, all’assessore Annarita Ottaviano, al segretario generale Pasquale Incarnato e al responsabile del settore servizi finanziari Massimiliano Palumbo per opportuna conoscenza. A dispetto della fondatezza delle pretese dalla UnipolSai, il consiglio del legale nominato lo scorso mese di novembre è chiaro: «Al momento, l’ente non deve adottare alcuna iniziativa – le parole messe nero su bianco da Antonioluigi Iacomino -. Semmai la pretesa della UnipolSai pervenisse a un’iniziativa giudiziaria ci sarà tempo e modo per articolare la migliore difesa». Parole insufficienti a rassicurare i vertici della squadra di governo cittadino. Non a caso, la questione è stata ampiamente dibattuta durante l’ultima seduta della giunta presieduta dal sindaco Giovanni Palomba e conclusa con la decisione di accantonare già i 6,6 milioni a salvaguardia degli equilibri di bilancio. Un provvedimento ora atteso dal via libera del consiglio comunale, semmai ci sarà occasione in questo mandato

©riproduzione riservata

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