Torre del Greco. «L’esperienza dell’attuale amministrazione comunale è destinata a finire in tempi brevi: già a partire da settembre, il centrosinistra deve cominciare a costruire una valida alternativa all’attuale squadra di governo cittadino». A spezzare l’assordante silenzio dell’opposizione sulla sceneggiata delle dimissioni-farsa di Giovanni Palomba è l’onorevole Arturo Scotto, pronto a sottolineare la «scarsa trasparenza» dello storico figlioccio della Dc e – al tempo stesso – lanciare un appello a Pd & company per «evitare di riconsegnare la città al centrodestra».
Un timore legato all’ascesa della Lega, ma non solo: «L’attuale amministrazione comunale nasce già sotto una cattiva stella – ricorda l’esponente di Articolo Uno – perché il sindaco è stato votato da meno di un cittadino su tre, un dato mai visto nella storia elettorale della città. E durante il primo anno di mandato, Giovanni Palomba non è riuscito a colmare l’iniziale distanza dalla popolazione. Anzi, la forbice si è ulteriormente allargata perché è mancata la necessaria trasparenza invocata dopo lo scandalo del voto di scambio».
Un atteggiamento «sublimato» dall’addio farsa a palazzo Baronale: «Nessuno ha capito perché il sindaco si è dimesso – l’affondo di Arturo Scotto – e nessuno ha capito le ragioni del dietrofront: non c’è stata una verifica alla luce del sole, non sono state spiegate le ragioni della crisi. La chiusura del cerchio è arrivata con la ridefinizione delle deleghe in giunta, come se il “problema” fosse solo a chi consegnare le chiavi della cassaforte da 25 milioni di euro dei lavori pubblici».
Una storia già vista all’epoca di Ciro Borriello. «Da fermo oppositore dell’ex sindaco, distinguo bene la differenza con Giovanni Palomba – evidenzia il leader di Articolo Uno -. Ma la continuità con il passato viene mantenuta attraverso certe azioni e certi personaggi. In questo momento c’è una questione morale gigantesca, il pericolo di una commissione d’accesso non è alle spalle. Perché due consiglieri comunali sono sott’inchiesta per voto di scambio, ci sono varie indagini sul Comune e pesanti zone d’ombre su rifiuti e politiche sociali: la discontinuità annunciata in campagna elettorale rischia di restare solo uno spot».
Di qui, l’appello a tutte le forze del centrosinistra: «Oggi non siamo pronti, manca un progetto – conclude Arturo Scotto -. A partire da settembre bisogna lavorare per dare un’alternativa vera alla città». Perché le elezioni potrebbero essere dietro l’angolo. A prescindere dai bluff del sindaco.
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