Al via la fase sperimentale del nuovo progetto del Museo Cappella Sansevero e la Cooperativa sociale Il Tulipano dedicato a persone con disturbo dello spettro autistico.Dal 2020 saranno aperti i percorsi di visita speciali in contemporanea con altri visitatori. Sansevero in Blu è il titolo del nuovo progetto del Museo Cappella Sansevero in collaborazione con la Cooperativa sociale “Il Tulipano”, dedicato a persone con disturbo dello spettro autistico (DSA).Un tour studiato e calibrato sulle necessità e caratteristiche del visitatore con bisogni speciali per accompagnarlo alla scoperta della bellezza dell’arte barocca della Cappella Sansevero, delle sue opere, delle leggende e delle storie del principe Raimondo di Sangro.L’iniziativa, interamente finanziata dal Museo Cappella Sansevero, nasce dalla collaborazione con la cooperativa sociale “Il Tulipano”, specializzata nella realizzazione di servizi e attività per persone con disabilità cognitiva e ideatrice del progetto, che a sua volta si avvale del contributo scientifico del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II, del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II e del Dipartimento di Scienze motorie e del benessere dell’Università Parthenope.
Obiettivo primario è l’adozione di un modello di accoglienza, scientificamente validato, che possa permettere di misurare e verificare il beneficio apportato dall’opera artistica nelle persone affette da autismi.Un progetto valido per tutti i ragazzi (e non solo per quelli affetti da disturbi dello spettro autistico) che mira a realizzare percorsi inclusivi per scuole, associazioni, famiglie, nella condivisione di un modello di conoscenza dell’arte incentrato sulla percezione da parte della persona con bisogni speciali, sulle sue emozioni e sensazioni.
Dopo un periodo di studio e progettazione del percorso più adatto, all’inizio dell’autunno si è passati alla fase della formazione del personale del museo incentrata sull’approccio e sull’accoglienza dei ragazzi autistici. Fase fondamentale, dunque, sviluppatasi in incontri specifici dedicati al personale, tenuti da Giovanni Minucci coordinatore de Il Tulipano, Luisa Varriale del Dipartimento di Scienze motorie e del benessere Università Parthenope, Erminia Attaianese del Dipartimento di Architettura Università Federico II e Fulvia Borrelli presidente dell’Associazione di genitori Famiglie in Rete.Il risultato del lavoro svolto in questo primo periodo è la realizzazione di un kit di supporto alla visita delle persone con autismo (agenda visiva).I prossimi mesi saranno utili alla verifica del modello di accoglienza attraverso 3 visite programmate (in giorni di chiusura del museo) destinate a ospitare ragazzi con DSA. Si sperimenterà, dunque, il percorso e il materiale di ausilio (agenda visiva) avendo come target di riferimento 15 ragazzi con DSA a diverso funzionamento (età compresa tra gli 8 e i 18 anni), che saranno i fruitori della visita unitamente ai loro familiari: importanti momenti che, coinvolgendo genitori e fratelli, sono già stati pensati come visita inclusiva. In questa fase, ancora utile a testare il modello, sarà la cooperativa Il Tulipano, nell’ambito della propria rete di relazioni, a individuare i ragazzi che parteciperanno alle visite-pilota insieme alle famiglie.
Dal nuovo anno 2020 le visite verranno aperte a tutti e proposte, su prenotazione, come percorsi da realizzarsi in autonomia ed in contemporanea con altri visitatori. I partecipanti potranno visitare il museo, in compagnia dei propri familiari o dei compagni di classe e amici, attraverso l’utilizzo del kit didattico predisposto per il tour speciale ed eventualmente con l’ulteriore supporto di un operatore specializzato. A gennaio 2020 sarà organizzata la presentazione del progetto e l’appuntamento sarà annunciato anche sul sito www.museosansevero.it .
Con il nuovo progetto Sansevero in Blu, il Museo Cappella Sansevero intende contribuire alla costruzione di una rete territoriale Autism Friendly, alla definizione di un modello di progettazione partecipata con diversi stakehoders (Associazioni di genitori, Istituti scolastici, Università ecc.) e alla realizzazione di un museo come spazio culturale aperto a tutti in grado di offrire al suo pubblico opportunità di coinvolgimento in esperienze differenziate.