Torre del Greco. Riapertura dei termini del bando, maggiore pubblicità del concorso sul territorio cittadino e requisiti meno «stringenti» sotto il profilo dell’età. è racchiusa in tre punti-chiave la lettera destinata a rovinare l’inizio del 2020 al sindaco Giovanni Palomba, al dirigente all’ambiente Claudia Sacco e ai vertici della ditta Buttol di Sarno. Perché in due paginette scritte in punta di penna l’assessore ai rifiuti Raffaele Arvonio – l’ex primo cittadino di Cicciano chiamato dalla coppia formata dai consiglieri comunali Carmela Pomposo e Simone Mariano Gramegna a sostituire il dimissionario Giovanni Marino – prende atto della «procedura segreta» promossa dal colosso ambientale con sede legale a Sarno per assumere 25 netturbini e sottolinea come «le indicazioni dell’amministrazione comunale non siano state tenute in degna considerazione, creando malcontento tra la popolazione e tra i componenti del consiglio comunale». Perché la proposta del sorteggio – la linea adottata in passato dall’ex sindaco Ciro Borriello e «sposata» dalla carovana del buongoverno – avrebbe garantito la massima trasparenza, spazzando via il retaggio dell’inchiesta sullo scandalo del voto di scambio.
Il concorso segreto
Invece, il giorno di Santo Stefano è scoppiato il caso del «concorso segreto» per rimpinguare il cantiere Nu di Torre del Greco in vista dell’avvio del sistema porta a porta per la raccolta dei rifiuti. Circostanza confermata dall’esponente della giunta guidata da Giovanni Palomba all’interno della missiva indirizzata per conoscenza pure al capo dell’assise Antonio Spierto: «Lo scorso 16 dicembre sul sito dell’agenzia per il lavoro a cui si è affidata la ditta Buttol per la selezione del personale da assumere – scrive Raffaele Arvonio – è stato pubblicato l’avviso di selezione senza che l’ente comunale sapesse nulla. Quindi all’amministrazione comunale è stata negata l’opportunità di informare la popolazione attraverso il proprio sito istituzionale». Dopo la denuncia di Metropolis Quotidiano il «concorso segreto» è diventato di dominio pubblico, scatenando malumori e proteste. «Allo stato – sottolinea l’assessore ai rifiuti – è risultato vano l’atto di indirizzo del consiglio comunale che, a settembre, si era espresso in favore di una procedura di sorteggio pubblico».
Il bando da rifare
Di qui, la proposta di riaprire i termini del bando – a oggi, la scadenza è fissata per il prossimo 16 gennaio – in modo da consentire a un numero maggiore di cittadini di presentare la propria candidatura. Sempre nell’ottica della massima partecipazione si inserisce la proposta di rivedere i criteri relativi all’età: «Fermo restando il diritto dell’affidatario di ricorrere alla procedura di reclutamento ritenuta più idonea – conclude Raffaele Arvonio – sarebbe opportuna l’introduzione di requisiti d’età meno stringenti che non vadano contro la direttiva comunitaria che tutela la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro». In pratica, la forbice d’età 18-29 anni e l’esperienza nel settore inferiore a un anno sembrerebbero favorire eccessivamente gli ex tirocinanti del progetto regionale Garanzia Giovani. Una circostanza da cui, evidentemente, parte della classe politica locale vuole prendere le distanze.
Il sindaco Pilato Come consolidata abitudine, invece, il sindaco Giovanni Palomba frena sull’ipotesi di riaprire il bando: «Si tratta di una ditta privata, il Comune non può entrare nel merito della procedura per le assunzioni», taglia corto lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. D’altronde, in un anno – a dispetto dei risultati certamente non ottimali, con la differenziata calata a picco – il primo cittadino non ha mai mosso un appunto alla ditta fortemente voluta per sostituire il consorzio Gema di Pagani. E poi vincitrice solitaria di un appalto da 52 milioni.
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