La data di riapertura delle scuole “si avrà quando il quadro epidemiologico lo consentirà, garantendo quindi la massima sicurezza a tutti gli studenti”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina lo ha scandito oggi durante il question time alla Camera allontanando, nei fatti, ogni ipotesi di riapertura delle scuole non troppo lontana nel tempo. Sugli esami di maturità la responsabile del dicastero di viale Trastevere ha confermato di aver chiesto agli uffici del Ministero “di predisporre più piani d’azione in base a diversi scenari possibili legati alla data di riapertura delle scuole. I docenti, gli studenti e le loro famiglie, ai quali forniremo il massimo supporto – ha chiarito – saranno messi nelle condizioni migliori per svolgere un esame serio e riceveranno tutte le informazioni in merito alle modalità che saranno adottate, non appena avremo un quadro anche temporale più definito”.
Azzolina ha portato i dati del monitoraggio sulla didattica a distanza che il Ministero sta portando avanti dai quali emerge che le istituzioni scolastiche che hanno attivato sistemi di didattica a distanza sono riuscite a coinvolgere circa il 94% degli studenti utilizzando molteplici strumenti e l’89% delle scuole ha predisposto specifici materiali per gli alunni con disabilità. I dati del monitoraggio confermano anche una grande solidarietà della comunità scolastica, testimoniata dal 41% delle istituzioni interpellate che hanno attivato forme di collaborazione.
La ministra ha poi evidenziato come il decreto con gli 85 milioni – che sta per essere firmato – per consentire alle istituzioni scolastiche di dotarsi di strumentazione digitale, punta a mettere a disposizione degli studenti meno abbienti dispositivi digitali individuali e per la connessione alla rete, non fondi “a pioggia” dunque, ma “che tengono conto delle concrete condizioni degli studenti”.
Infine, rispondendo alle sollecitazioni riguardanti le rette scolastiche e delle mense, la ministra ha chiarito che “non rientra nelle competenze del Ministero dell’istruzione consentire l’esenzione dal pagamento delle rette nelle scuole primarie, secondarie di primo grado e di secondo grado a gestione privata”, mentre nelle scuole pubbliche le rette delle mense non saranno versate in quanto il servizio non viene erogato.
La scuola comunque, ha concluso la ministra, “sta dando prova di grande responsabilità” e la didattica a distanza va attivata “non solo perchè è strumento che permette percorso di apprendimento ma anche per portare la voce rassicurante dell’insegnante ai ragazzi che vivono un momento di disorientamento” dato dalla situazione che il Paese si trova a vivere.