Prosegue il blocco dei ricoveri al Covid hospital di Boscotrecase, dove 40 malati che presentano “sintomi gravi di contagio da Coronavirus” – svelano fonti ufficiali dell’Asl Napoli 3 Sud – hanno esaurito tutti i posti letto al momento disponibili nei reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Per il secondo giorno consecutivo, dunque, gli infermieri e i medici in trincea dallo scorso 15 marzo sono stati costretti alla resa temporanea. Anche ieri, nel Covid hospital di Via Lenze si è vissuta una giornata fitta di riunioni. Partita con la visita del sindaco di Boscotrecase, Pietro Carotenuto, che ha voluto constatare di persona la situazione di paralisi in cui versa l’ospedale: “E’ pieno – dichiara il sindaco mentre lascia il Covid hospital – però la direzione mi ha rassicurato su di un blocco solo temporaneo. Ai cittadini dico di non credere alle fake-news. Il blocco dei ricoveri deriva esclusivamente dalla saturazione dell’ospedale. E se tutto ciò migliorerà il livello di assistenza sanitaria per le 40 persone ora ricoverate, allora ben venga lo stop momentaneo”. Prima di andare, Carotenuto sottolinea: “Ho chiesto al direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Gennaro Sosto, di istituire un tavolo di coordinamento istituzionale permanente con i sindaci del vesuviano. E’ necessario per ottenere dei bollettini aggiornati. La trasparenza dei dati, in questo momento, è fondamentale per tranquillizzare la popolazione”. Terminata la visita del sindaco è stata poi la volta del direttore sanitario dell’Asl Napoli 3 Sud, Gaetano D’Onofrio, che a Boscotrecase ha tenuto una riunione operativa con il personale sanitario. Una riunione finita intorno alle ore 18 e nella quale D’Onofrio ha rassicurato circa un rapido “programma di implementazione” dei posti letto. La delibera di riorganizzazione – adottata il 15 marzo dal direttore generale Sosto per trasformare l’ospedale di Via Lenze in presidio anti-Covid – era stata motivata dalla possibilità di “allocarvi 20 posti letto di terapia intensiva, almeno 30 di terapia sub intensiva e 20 di pneumologia” tutti dedicati ai pazienti affetti da Coronavirus. Otto giorni dopo la delibera, l’ospedale in trincea è collassato perchè soltanto 40 sono i posti letto realizzati. “Non eravamo preparati. Il blocco dei ricoveri era inevitabile” dice un infermiere. Nel frattempo sembra invece migliorare l’approvvigionamento dei kit di protezione individuale (150 quelli assicurati ieri) e dei macchinari per la terapia intensiva. Sono 11 i ventilatori arrivati in ospedale. Altri nove – assicura l’Asl – arriveranno nei prossimi giorni. “La situazione è grave, ma non abbandoniamo il campo. Lotteremo fino alla fine coi nostri pazienti” hanno detto ieri cinque infermieri che, nonostante il rischio del contagio, hanno deciso di restare in trincea. I cinque “eroi” – prima in servizio presso il reparto di Ortopedia – hanno detto “no” al trasferimento presso il San Leonardo di Castellammare di Stabia. Sul blocco dei ricoveri è intervenuto anche il consiglio comunale di Torre Annunziata. Il sindaco Vincenzo Ascione, unitamente a tutti i consiglieri, ha sottoscritto una lettera inviata ieri al Governatore regionale Vincenzo De Luca e al direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Gennaro Sosto: “E’ chiaro – scrivono – che non eravamo affatto preparati a ricevere le notizie delle morti, che in soli due giorni si sono verificate presso l’ospedale di Boscotrecase. Ma ciò che più ha rabbrividito i nostri animi di cittadini e amministratori è stato comprendere che probabilmente il nosocomio non era preparato”. Nella struttura poi, un altro decesso: è morto il dipendente dell’Anm di Napoli, colpito da coronavirus, che era ricoverato a Boscotrecase.
Scafati.
“Venite a darci un a mano”. E’ l’appello che il dottor Rino Pauciulo lancia ai medici e infermieri che in questa emergenza sanitaria lavorano alle seconde linee. Già medico dell’Asl Salerno, 67enne e in pensione da un anno e mezzo, Pauciulo è stato richiamato in servizio per organizzare e gestire il pronto soccorso del Covid Hospital di Scafati. “Ci sono tantSiami medici e infermieri, quelli che voi definite eroi, che si ammazzano di lavoro notte e giorno per questa tremenda emergenza – scrive sulla sua pagina social il medico – ma ci sono tanti reparti ospedalieri dove non si opera se non d’urgenza e nei quali l’attività è ridotta al minimo, e gli ambulatori sono chiusi. Rivolgo un appello al personale medico ed infermieristico di questi reparti: venite a darci una mano”. In servizio dal 18 marzo all’ospedale di Scafati, ha il compito di allestire il pronto soccorso, che si occuperà dei casi di Covid-19. Dalla prima diagnosi al ricovero dei pazienti più gravi, i malati in grave crisi respiratoria, quelli che necessitano di essere intubati. Sarà il punto di riferimento del territorio, un ospedale intero dedicato alla battaglia contro il Covid.