Ha disertato la convocazione davanti alla Commissione di Disciplina, è sotto attacco dei sindacati che contestano le sue scelte organizzative e deve fare i conti con la visita ispettiva (nella giornata di ieri) dell’Asl Na 3 Sud all’interno dell’ospedale di Castellammare.
Un momento complesso per il direttore sanitario del San Leonardo Mario Muto, che è ancora alle prese con una difficile riorganizzazione dei reparti in questo momento di emergenza che ha travolto l’intero sistema sanitario nazionale.Nella giornata di ieri, Mario Muto si sarebbe dovuto presentare davanti alla Commissione di Disciplina al pari di Eutalia Esposito, primaria facente funzione del reparto di Ginecologia. Un passaggio fondamentale dell’inchiesta interna (anticipata da Metropolis la settimana scorsa) che punta a fare luce sul parto di una donna affetta dal virus Covid-19, che ha scatenato le ire dei sindacati per il mancato rispetto dei protocolli che avrebbe messo a rischio contagio il personale del San Leonardo. La commissione formata dai medici Lucchetti, Marziani e Filosa ha registrato la posizione della dottoressa Eutalia Esposito che fin dal primo momento ha assicurato che sono stati rispettati i protocolli previsti e soprattutto che il parto cesareo è stato eseguito rispettando le misure di sicurezza previste.Una tesi che si scontra con una relazione firmata dalla dottoressa Maria José Sucre – referente del reparto di Anestesia e Rianimazione – inviata lo scorso 19 marzo al direttore generale Mario Muto. Nel documento in particolare viene sottolineato che l’anamnesi della paziente «all’arrivo in sala operatoria evidenziava che non è stata effettuata un triage in Pronto Soccorso e presumibilmente aveva l’indicazione del medico curante di praticare tampone per Covid per un episodio febbrile quattro giorni prima che non ha potuto fare per l’inizio del travaglio».
Ma soprattutto che «il personale coinvolto indossa la maschera FFP2 solo in quel momento». Solo dopo l’intervento viene poi predisposto il tampone che darà esito positivo.Il problema ora è capire chi fosse a conoscenza della situazione della paziente. Se non avesse presentato sintomial momento del ricovero, non ci sarebbe stato bisogno del ricovero in isolamento. Se invece avesse sintomi, l’obiettivo della Commissione di Disciplina è comprendere come sia stato possibile farle by-passare il pre triage.
La donna sta tuttora combattendo contro il virus e tutti si augurano che presto possa riabbracciare la sua piccola che è in perfette condizioni di salute.Qualche chiarimento sulla vicenda avrebbe dovuto fornirlo anche Mario Muto, che ha ricevuto relazioni dai vari reparti, ma il direttore sanitario del San Leonardo ha deciso di disertare la convocazione della Commissione di Disciplina.Su questa vicenda Muto ha deciso di alzare un muro anche nei confronti dell’amministrazione comunale di Castellammare di Stabia.
Il sindaco Gaetano Cimmino, già da una settimana e in qualità prima autorità sanitaria della città, ha chiesto una relazione dettagliata su quanto accaduto nel reparto di Ginecologia, ma ad oggi non ha ricevuto alcuna risposta.Segno della tensione che si respira all’interno dell’ospedale San Leonardo, dov’è in atto uno scontro senza precedenti tra Mario Muto e i sindacati.
Il direttore sanitario, dopo la richiesta di medici e infermieri del pronto soccorso di avere i dispositivi di sicurezza, ha dato un ordine di servizio che prevede che il personale debba firmare un verbale di consegna nel momento in cui gli vengono forniti i dispositivi di sicurezza per affrontare la giornata di lavoro. Non è tutto, secondo il direttore sanitario bisogna costituire squadre fisse per l’assistenza ai pazienti Covid.Un ordine di servizio che ha mandato su tutte le furie i sindacati.
Tant’è vero che nella giornata di ieri Cgil, Uil, Fials, Fsi Usae e Nursing Up hanno firmato l’ennesima lettera di fuoco nei confronti del direttore sanitario del San Leonardo denunciando «un attacco ai danni dei lavoratori».«In piena emergenza Covid con percorsi di pronto soccorso ginecologico, pediatrico, diagnostico ancora non definiti s’interviene a dir poco peggiorando l’organizzazione del lavoro del pronto soccorso adibito all’emergenza – continua la nota – Nel pronto soccorso esistono lavoratori professionalmente preparati, anche dal punto di vista umano, che si sono come sempre resi disponibili ad affrontare il periodo funesto. Non possiamo permettere che la direzione sanitaria possa intervenire nell’organizzazione del lavoro del pronto soccorso, Covid attivo, facendo una distinzione tra infermieri, sminuendone l’impegno e la professionalità».
E ancora un altro attacco: «Ci ritroviamo con una direzione sanitaria che dispone al personale del pronto soccorso di lavarsi e sanificarsi maschere riutilizzabili, senza nemmeno indicare la procedura e con quali materiali, al fine di non danneggiarla – concludono i sindacati – Chiediamo un intervento alla direzione strategica e al sindaco di Castellammare per ridare affidabilità e fiducia al personale medico e infermieristico».