«Siamo entrati in guerra». Inizia così il lungo videomessaggio del governatore Vincenzo De Luca che si rivolge ancora ai cittadini della Campania in piena emergenza coronavirus: «Il picco di contagi arriverà a fine aprile».
La premessa di De Luca è durissima: «In guerra ci sono fenomeni di accaparramento dei beni e il mercato nero – dice il governatore – C’è il gente che specula sui prezzi e che sfruttano l’emergenza mettendo sul mercato farmaci inutili. Abbiamo verificato l’assalto ad alcuni prodotti e forniture che dovevano arrivare in Campania. C’è stata una fornitura bloccata alla frontiera tra Ucraina e Ungheria. Ci sono intermediari in campo con le aziende che producono ventilatori e mascherine che chiedono pagamento anticipato: ciò è successo in paesi asiatici. Ci sono faccendieri che propongono soluzioni miracolistiche e gente che si diverte anche nei momenti drammatici diffondendo stupidaggini».
Il governatore continua nella sua analisi: «Nei periodi di emergenza emerge anche il dibattito su temi anche importanti ma assolutamente fuori luogo in questo momento. Ovvero: lo stato di diritto, la democrazia, ma mi pare francamente che siano cose totalmente astratti. Ma c’è la vita in gioco e le misure anche severe hanno l’obiettivo di tenere alta la libertà di vivere. Ciò comprime i problemi di autonomia delle persone. Qualcuno ha sollevato il problema della privacy: se si mettono in piedi misure per controllare che contagiati non girano è evidente che bisogna controllare. In un Paese in cui per anni è stata massacrata la vita privata di famiglie e persone distrutte nell’indifferenza generale, oggi emerge il dibattito della tutela della privacy. Abbiamo anche protagonismi inutili sui territori, abbiamo anche grazie a Dio un movimento di generosità incredibile, con volontariato incredibile da cominciare dal personale medico e sanitario a cui dobbiamo e dovremo avere gratitudine negli anni. Queste persone devono fare conti con i problemi a sei, 24 ore. Qualcuno ha evocato il modello Corea dove hanno fatto tamponi a tutti: no, balla, hanno fatto 300mila tamponi su 50 milioni di abitanti. Il contenimento è avvenuto perché lì sono stati controllati i cittadini uno ad uno. Non quelli sintomatici, ma tutti. Controlli con sistemi informatici, con controlli telefonici e di carte di credito. E’ una cosa esagerata, ma il modello Corea è questo. Dobbiamo fare i conti con tutte queste cose che sono normali».
De Luca si rivolge anche al premier Giuseppe Conte: «Bisogna avere nervi saldi perché c’è un problema forte e drammatico. Il problema sarà risolto quando il cammino sarà concluso. Il governo sta facendo un lavoro importante ma ho una riserva: in Campania ci sono misure in anticipo più dure. Io credo che sarebbe stato più efficace assumere misure più dure. Avremmo avuto un effetto più tempestivo, ma non aggiungo altro. Come Campania abbiamo fatto ciò che riteniamo più utile – continua De Luca – Nelle case le vite sono divenute difficili. I tempi di vita e le scadenze si sono modificate. Adesso a scandire i tempi delle nostre giornate ci sono solo pranzo e cena. Dopo un’iniziale paura c’è un sentimento di assuefazione. Può subentrare abitudine, sfiducia. Bisogna stringere i denti con fiducia. La battaglia non si vincerà a breve ma si vincerà prima se tutti faremo sacrifici richiesti. Nessuno di noi ha e avrà una vita tranquilla. Abbiamo giornate che ci tolgono la tranquillità. Dobbiamo rincorrere problemi di ora in ora. Chi non lo capisce è fuori dal mondo. Ce la faremo. Giorni fa ho lanciato un appello forte al governo in relazione al problema della Campania e al tema delle forniture che non arrivano. Ho parlato in modo forte perché tutti ascoltassero. Ci sono momenti in cui bisogna alzare la voce non per mancanza di solidarietà verso il governo ma per necessità. Siamo tutti con il governo e la protezione civile che fanno lavoro immane. Ma abbiamo il dovere di dire la verità sui problemi e dobbiamo avere il coraggio di parlare chiaramente in tempo utile. Non dobbiamo preoccuparci se qualcuno si prende collera».
Il presidente della giunta regionale motiva il suo linguaggio vivace e polemico: «Abbiamo alzato i toni perché abbiamo verificato l’emergere di criticità pericolose. Ora ho sempre detto a tanti ministri ed esponenti di governo che in Italia ci sono due emergenze. La prima: la Lombardia, chiunque si senta estraneo di uno sforzo solidale non si merita di dirsi italiano. La seconda: priorità di livello inferiore, ovvero evitare che l’epidemia esploda anche al Sud perché se succede non avremo la possibilità di aiutare il Nord. E sarà una tragedia per l’Italia. Dobbiamo avere la forza e la lucidità per aiutare le realtà dove la crisi dove è esplosa e difendere il Mezzogiorno e in Campania perché sarebbe una tragedia. Con spirito di collaborazione abbiamo detto che alcune cose andavano corrette subito. So bene che il problema delle forniture è infernale. Basta che mi si dicano cose chiare. Se un impegno preso e non può essere mantenuto mi si dica che non si può rispettare. Poi faremo tutto ciò è possibile per ovviare a vuoti e ritardi. Cosa era successo? Lunedì notte c’era una criticità acuta, mancavano mascherine da destinare agli operatori del 118. Ecco perché ho parlato chiaro e forte perché altrimenti le cose si complicano. Non è un problema della Campania ma nazionale. E l’abbiamo posto con forza e spirito collaborativo. Non siamo interessati a dare i voti. Siamo interessati a risolvere i problemi nell’ambito di una solidarietà nazionale. Sono arrivate due forniture di circa 70mila mascherine e 2.100 tute: bastano per otto ore negli ospedali, mi auguro sia l’inizio soltanto. Le forniture devono essere continue. Per le mascherine chirurgiche la Regione è autonoma: abbiamo fatto un contratto con un milione di forniture grazie a un’azienda di Nola. La mascherina P2 è più rigida e viene usata negli ospedali quando vi sono emissioni di materiale contagioso e infetto. Il problema? Le mascherine P2 e P3 non arrivavano: flusso di forniture che dipende dalla protezione civile bloccato». C’è dell’altro: «Quando io parlo con toni forti sono convinto di dare un aiuto al governo e ai miei concittadini perché in relazione alla seconda emergenza, cioè evitare epidemia al Sud, aiutiamo il governo nazionale a contenere il disastro del Mezzogiorno e della Campania. Tante persone che mi ascoltano lo fanno perché hanno fiducia in me: per rispettare chi mi dà fiducia ho bisogno di parlare un linguaggio di verità perché ciò rende credibile me e non derogo. Nessun equivoco o conflitto. Dobbiamo risolvere i problemi per tutti gli italiani. Le critiche vanno bene se sono costruttive. Ci sono gruppi e associazioni che aggravano il problema. In Corea un gruppo parareligioso puntava a dire che curarsi era un peccato. Vi possano ammazzare. Ci sono stati predicatori di vario tipo. Oggi siamo in questa situazione. Voglio precisare che non abbiamo mai avuto tute e visiere tranne ieri, ci sono arrivati 7 ventilatori in una settimana e lunedì arriveranno altri 16 dispositivi. Giorni fa mi dissero che arrivavano 621 caschi e oltre 200 ventilatori».
L’appello del governatore è drammatico: «Le forniture per reggere devono arrivare ogni tre giorni. Forse si è capito il problema ma ci faremo sentire sempre. Ci hanno mandato 700mila mascherine che se si mettono somigliamo a “Bonny il coniglietto”. Io le uso per pulire gli occhiali, un prodotto eccezionale. Negli ospedali? Lasciamo perdere. Con questo tsunami davvero si può pensare che non possono esserci problemi in Regione? Ma è evidente che tutto non può essere perfetto. Sappiamo tutto e chiedo di segnalarmi le criticità. Vorrei chiedere a quelli che fanno i critici di professione C’è uno sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo: Aldo fa il pensionato e dà fastidio a chi fa lavori stradali. Lo so che ci sono cose che non vanno, ma abbiamo bisogno di aiuto. Dobbiamo creare posti di terapia intensiva per non arrivare nella situazione in cui si muore in casa perché non ci sono posti per le cure. Sta capitando al Nord. E avere posti di degenza per accogliere tutti i pazienti che hanno contratto il coronavirus e non sono in condizioni da richiedere un intervento di terapia intensiva».
De Luca si sfoga: «Negli ultimi giorni ho visto elementi di sciacallaggio: mi meraviglio. Basta speculazioni politiche. Noi in Campania dobbiamo combattere contro il virus e i porta seccia. Voglio tradurre per i milanesi: i porta seccia hanno poteri oscuri che hanno ereditato da nonni e bisnonni. E’ gente che sta male. Se le cose vanno bene loro stanno male. Quando si parla di collasso loro sono contenti. Il collasso ce l’hanno nel cervello. Il problema è governabile se arrivano le forniture».
Punto sui contagi: «Per domenica ci aspettiamo 1.700 contagi. Serviranno 200 posti di terapia intensiva. Alla fine della prima settimana di aprile ci attendiamo più di 3mila contagi. Ce la possiamo fare a condizione che ogni livello faccia la sua parte. Per quello che riguarda la Campana garantisco che ce la facciamo al netto delle forniture che devono arrivare».
Il governatore ha confermato l’accordo con strutture cliniche private per ulteriori 3.000 posti letto, rivendicando il potenziamento dei laboratori chiamati a effettuare tamponi e volontà di aumentare i posti di terapia intensiva. Confermato l’arrivo di un milione di kit rapidi – da lunedì – per effettuare verifiche più veloci, soprattutto per medici e operatori sanitari. «Qui in Campania non succederà quanto successo a Bergamo e Brescia – continua De Luca – Possiamo avere fiducia, credo che andrà bene a condizione che tutti facciano la propria parte fino in fondo – ha sottolineato – Nessuna angoscia, nessun crollo, dobbiamo reagire. Abbiate fiducia. Siamo impegnati in una maratona e dobbiamo gestire le energie fino in fondo, dobbiamo stringere i denti. Cittadini, aiutateci ad aiutarvi».