«Pochi soldi per gli aiuti. Serve di più», l’urlo dei sindaci del Mezzogiorno d’Italia all’indomani dell’ennesimo provvedimento varato dalla presidenza del consiglio dei ministri è un grido di disperazione. Un allarme lanciato a Palazzo Chigi dopo i 400 milioni di euro stanziati per supportare le famiglie a rischio in vista delle prossime difficili settimane, con le fabbriche chiuse e gli operai lasciati a casa. Nella migliore delle ipotesi messi in cassa integrazione. Un allarme misto alla bomba sociale e ai timori della Commissione Antimafia, che parla di un combinato disposto «su cui le mafie sono pronte ad approfittare». All’ombra del Vesuvio i sindaci sono divisi. Da sinistra a destra, il malumore non ha colori politici. Né bandiere. Tutti sono convinti che gli investimenti dovevano essere maggiori. «Almeno un miliardo», come ha sottolineato anche il vicepresidente dell’Anci, Roberto Pella. Mentre il sindaco della Città Metropolitana, Luigi de Magistris, accoglie «favorevolmente» lo sblocco dei fondi per la spesa, in provincia c’è chi condanna lo condanna duramente. «I 4,5 miliardi sarebbero stati comunque versati ai Comuni. Sono risorse necessarie che avremmo ricevuto a maggio. I 400 milioni “aggiuntivi” per fronteggiare la crisi e che dovranno dividersi tutte le città sono spiccioli. Briciole».E in una nota congiunta, poi, il primo cittadino sangiuseppese, in accordo con gli amministratori di Sorrento e Positano – leghisti dell’ultima ora definisce il provvedimento «una vera e propria elemosina di Stato per egli enti locali. Inoltre, i criteri di distribuzione sono poco chiari. Si crea solo confusione. In Campania siamo in piena emergenza sanitaria, le misure di contenimento previste non hanno funzionato e la situazione è sempre più disperata. Le fasce deboli e le categorie produttive della regione non hanno più risorse».Dalla Lega al Pd, l’elenco degli scontenti è trasversale. Anche Torre Annunziata chiede di più. «Per fronteggiare questa ondata di povertà, che come prevedibile sta riguardano più il Sud del Nord, occorre muoversi principalmente su tre fronti: distribuzione di pacchi alimentari, possibilità di aiutare i soggetti più deboli nel pagamento dei fitti e sospensione temporanea dell’emissione delle bollette per i principali servizi erogati alla popolazione» – spiega il primo cittadino di Torre Annunziata – «Con le associazioni dei Comuni – Ali e Anci – faremo il punto sulla situazione nelle diverse realtà e sulle proposte della Presidenza del Consiglio dei ministri. Proposte queste ultime sulle quali non abbiamo ancora elementi su cui ragionare ma che, a naso, rappresentano misure ancora non sufficienti a risolvere le problematiche relative allo stop della maggior parte delle attività». Il sostegno garantito dal governo per l’acquisto di beni di prima necessità alle famiglie bisognose non è sufficiente. E il rischio è quello di aver scaricato la croce sulle spalle delle amministrazioni comunali. È questo il senso di un duro comunicato firmato dalle forze di maggioranza che sostengono il primo cittadino di Castellammare di Stabia. “La vergogna di pensare al palcoscenico e non ai cittadini. All’indomani dell’ultima proclamata manovra finanziaria, questo Governo si dimostra sempre di più una grande delusione, aldilà del pensiero politico che nutriamo sin dalla costituzione, nonché evidenzia una grande approssimazione nei provvedimenti”, recita il testo della nota firmato da Antonio Cimmino, Salvatore Gentile, Rosa Esposito e Nicola De Filippo, consiglieri comunali di Forza Italia. Dubbi anche nelle parole del primo cittadino di Torre del Greco, Giovanni Palomba che sottolinea «l’esigenza di istituire un sussidio di solidarietà», ma esprime perplessità sulla pioggia di fondi messa a disposizione delle amministrazioni.
CRONACA
30 marzo 2020
Covid, soldi ai Comuni. L’urlo disperato dei sindaci: «Un’elemosina di Stato»