Nei paesi europei esistono oltre 60 test rapidi di anticorpi per individuare il SARS-CoV-2 marcati CE e altri continuano ad essere immessi sul mercato. Mentre vi è notizia di 3 test, sempre con marchio CE, che rilevano l’antigene ma “non è detto che siano disponibili per l’acquisto sul mercato dell’UE”. A spiegarlo è un report tecnico dell’ECDC, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) attualmente raccomanda la diagnosi mediante test molecolari che rilevano l’RNA del virus e “questa è generalmente la strategia di test negli Stati membri”. Tuttavia, “questi test richiedono laboratori ben attrezzati, tecnici altamente qualificati e reagenti multipli”.
Cosa oggi non sempre possibile. Di qui l’incremento di utilizzo di test rapidi che “richiedono circa 10-30 minuti per dare un risultato rispetto a circa 4 ore dei test molecolari (a cui si aggiunge il tempo del trasporto nel laboratorio)”. Inoltre, “sono semplice da eseguire, richiedono una formazione limitata dell’operatore e possono essere effettuati vicino al punto di cura”. Esistono due tipi di test rapidi per Covid-19: i test di rilevazione dell’antigene, che rilevano i componenti virali presenti durante l’infezione in secrezioni rinofaringee, e i test anticorpali, oggi i più diffusi. Tuttavia questi ultimi, ricorda ECDC, hanno “utilità limitata se usati a inizio malattia, perché possono esser necessari 10 giorni prima che un soggetto positivo all’infezione sviluppi anticorpi come parte della risposta immunitaria”.