Mario Muto lascia la direzione sanitaria dell’ospedale San Leonardo alla dottoressa Rosa Santarpia. Pietro Di Cicco torna alla guida del pronto soccorso di Castellammare di Stabia, mentre il primario Carmine Coppola occupa il ruolo di coordinatore del Covid Hospital di Boscotrecase. Si completa la rivoluzione nei presidi ospedalieri dell’Asl Na 3 Sud voluta dal direttore generale Gennaro Sosto, dal direttore sanitario Gaetano D’Onofrio e dal coordinatore dell’emergenza Coronavirus Savio Marziani. Un gioco a incastri tra i presidi di Castellammare di Stabia, Boscotrecase e Gragnano, che inevitabilmente ha dovuto fare i conti con la situazione esplosiva che si respira all’interno del San Leonardo, l’ospedale dove si registrano il maggior numero di contagi del personale dall’inizio dell’emergenza, nell’intera Campania.Sono tredici (4 medici, 7 infermieri e 2 operatori socio sanitari) i dipendenti che hanno contratto il virus Covid 19 lavorando tra le corsie dell’ospedale di Castellammare di Stabia o a bordo delle ambulanze impegnate nei tamponi o nel trasferimento dei pazienti. Almeno una decina di operatori sanitari sono invece in quarantena, con sintomi sospetti. E questi sono solo i risultati della prima ondata di controlli, tra test sierologici e tamponi.Un bilancio pesante che è stato anche il motivo di un lungo braccio di ferro tra Mario Muto e i sindacati, che hanno puntato il dito proprio contro la gestione dell’emergenza da parte del direttore sanitario. Numerose le accuse mosse nei confronti di Muto, che già nel 2015 fu costretto a lasciare la direzione del San Leonardo a causa dello scontro con le parti sociali.La storia si ripete a distanza di cinque anni, anche se stavolta potrebbe avere uno strascico a causa degli esposti in Procura presentati dal sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, in qualità di prima autorità sanitaria cittadina.L’intervento dell’amministrazione comunale è stato scatenato dall’episodio di una partoriente risultata positiva al Coronavirus. La donna sta bene, è guarita, e da due giorni è tornata a casa assieme alla sua bambina che non ha mai avuto problemi di salute. Ma il giorno dopo quel parto, con taglio cesareo, i sindacati denunciarono il mancato rispetto dei protocolli che avevano messo a rischio contagio gli infermieri e i medici dell’ospedale San Leonardo. Il timore di un possibile focolaio all’interno del presidio sanitario di Castellammare di Stabia fece scattare l’allerta e il primo cittadino Gaetano Cimmino uscì pubblicamente chiedendo chiarimenti alla direzione sanitaria e soprattutto una relazione dettagliata su quell’episodio. La risposta di Muto è arrivata con quasi due settimane di ritardo e anche se il direttore sanitario ha specificato che non si sono verificati contagi tra il personale che ebbe a che fare con la donna, al sindaco non è bastato. Perché il primo cittadino aveva chiesto un report dettagliato sui tamponi fatti e le indicazioni di isolamento domiciliare per il personale che aveva avuto contatti con la partoriente, alla quale era stato fatto il tampone solo dopo aver dato alla luce la sua piccola. Risposte che – stando a quanto sostiene Cimmino – non sono mai arrivate.Nelle settimane a seguire, però, si è aggravato giorno dopo giorno il bilancio del personale sanitario contagiato in altri reparti, in particolare tra Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso. I sindacati – con il supporto anche dell’amministrazione comunale – hanno denunciato una serie di criticità che non sarebbero state colmate dalla direzione sanitaria: dalla carenza di dispositivi di sicurezza fino alla mancata definizione dei percorsi nell’area di emergenza. Soprattutto quest’ultimo aspetto è considerato determinante, perché nell’ospedale di Castellammare di Stabia vengono trasferiti i pazienti ritenuti sospetti e senza un’adeguata prevenzione, il rischio che gli operatori possano contagiarsi è altissimo.Un lunghissimo braccio di ferro che ha visto scendere in campo anche l’Unità di Crisi della Regione Campania, consapevole che il rischio di un focolaio in un ospedale che serve un bacino di mezzo milione di persone, può rappresentare un problema di non poco conto. Da qui l’idea di trasferire Mario Muto nel Dipartimento di Igiene e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro fino alla fine dell’emergenza pandemica e affidare la direzione sanitaria del San Leonardo alla dottoressa Rosa Santarpia, richiamando a Castellammare anche il primario Pietro Di Cicco che ora avrà il compito di riorganizzare il pronto soccorso.
CRONACA
10 aprile 2020
Indagini sui contagi in corsia: trasferito il direttore sanitario di Castellammare