Nino Di Somma
Due canzoni dedicate al Monte Faito e alla funivia che collega, in otto minuti, la città alla piazza dei Capi di Monte Faito, nel comune di Castellammare di Stabia. Cadute nel dimenticatoio, appannaggio di collezionisti del vinile, sono due brani scritti nel 1952. Il primo è “’o panariello”, il secondo “’a varca pe’ vulà”. “‘O Panariello” fu una hit locale, tanto che ancora oggi gli stabiesi anziani adottano il sinonimo di “panariello” per indicare la funivia. La similitudine dell’autore fu felice, perché la nostra funivia somiglia tanto ad un panierino, di quelli che usavano gli scolaretti per portare la merenda. La canzone fu composta in versi e musica da Guglielmo Nestore Mossuto, un funzionario comunale con la passione per il pentagramma, scritta proprio per celebrare l’inaugurazione della funivia, avvenuta il 24 agosto del 1952. Insomma, se “Funiculi’ Funicula’” di Luigi Denza, nel 1879, fu la colonna sonora della prima funicolare del Vesuvio, anche la funivia del Faito ebbe il suo cantore. La canzone di Mossuto fu incisa in un 45 giri, il cui lato B era “ma il Faito è un’altra cosa”, che conteneva il testo in lingua italiana, mentre ‘o panariello era tutta in napoletano. Dello stesso anno, sempre ispirata al Faito, è la canzone “Na varca pe’ vulà” (anch’essa incisa su vinile), con versi del Mosutto e musica di Angelo Negro, anch’egli un dilettante, funzionario di banca col pallino della composizione, padre della concertista Lucia Negri. Guglielmo Nestore Mossuto, di origini siciliane, dedicò entrambe le canzoni ai padri del Faito che nell’immediato dopoguerra ne favorirono lo sviluppo: il dott. Amilcare Sciarretta e l’ing. Ivo Vanzi. Curiosità: il dott. Mossuto nel 1958 fu candidato al Senato nel collegio di Castellammare di Stabia col partito Movimento Comunità, creato da Adriano Olivetti, totalizzando 254 voti. In quella tornata, il Collegio espresse come senatori il democristiano Silvio Gava e il comunista Pasquale Cecchi. Tornando alla funivia, va detto anche che a cinque anni dall’inaugurazione fu utilizzata per girare alcune scene del film Lazzarella, del 1957, poiché i luoghi del Faito e la sua funivia si adattavano bene alla finzione scenica, dato che parte della storia si svolgeva in Trentino e la location si rivelò adattissima allo scopo.