C’è una relazione consegnata nelle mani dei magistrati: cinque pagine nelle quali c’è un racconto meticoloso su tutto quello che è accaduto durante la gestione dei bonus spesa. Bisognerà accertare chi e perché ha diffuso i dati sensibili di oltre 1.500 famiglie, esponendole a rischi di truffa e di business illeciti della malavita. L’inchiesta è partita dopo la denuncia pubblicata da Metropolis e dopo le dichiarazioni del sindaco Ascione che si è scusato per la falla apertasi nell’ufficio. Dentro il dossier compaiono anche i nomi di tutti quelli che hanno lavorato all’ufficio delle politiche sociali durante la raccolta dei dati. Si tratta di addetti ai lavori, assistenti sociali ma anche di consiglieri comunali e cittadini volontari che hanno voluto contribuire al lavoro di distribuzione dei bonus spesa. Tra questi c’è quello che ha fatto girare la lista nelle chat dei politici, che a loro volta sono responsabili per aver alimentato la diffusione dei file. I sospetti sarebbero tutti concentrati su un consigliere comunale di maggioranza – secondo le prime indiscrezioni trapelate dagli uffici – e su un dipendente della stessa struttura di via Parini. E si tratta di sospetti che sarebbero già suffragati da prove. Uno dei due ha diffuso i dati in una chat di gruppo degli amministratori. E la motivazione sarebbe una follia. Lo avrebbe fatto, pare, per vantarsi del lavoro svolto in modo celere, forse per la smania di appuntarsi una medaglia al petto. Il sindaco ha chiesto scusa durante un’intervista rilasciata a Metropolis ma ora c’è l’inchiesta e potrebbero esserci centinaia di cittadini pronti a costituirsi parte lesa in un eventuale procedimento a carico dei responsabili di Palazzo Criscuolo. Il primo a finire sotto i riflettori potrebbe essere proprio il responsabile dell’ufficio delle politiche sociali, Nicola Anaclerio, come atto dovuto. Ed è stato proprio lui a firmare una relazione dettagliata su quei giorni caotici. «Abbiamo fatto una corsa contro il tempo – racconta – sono stati giorni di tensione ma anche di tanta collaborazione, forse troppa. Qualcosa è sfuggito di mano, mi pare evidente, ma ho scritto tutto in una relazione consegnata nelle mani dei magistrati che ora faranno chiarezza, sono il primo ad essermi assunto le mie responsabilità, ma il colpevole sarà sicuramente presto individuato». Nella relazione firmata lo stesso dirigente racconta la catena di montaggio dei bonus partendo da una cartella condivisa online accessibile da più postazioni all’interno degli uffici comunali di via Parini. «E’ stata una scelta per consentire a più persone di lavorare sullo stesso file inserendo i dati delle famiglie, quella cartella ovviamente era accessibile a tutti coloro che avevano preso un blocco di domande da poter caricare sul file digitale». Insomma, qui è nato il pasticcio. Qualcuno ne ha approfittato inviandosi in posta elettronica la cartella oppure l’ha caricata su una pennetta, quanto basta per avviare la catena di invio che ha portato la lista nelle mani dei centinaia di persone. Intanto ieri mattina nella sede dell’Ambito si sono presentate decine di persone che chiedevano chiarimenti su molte domande cestinate. «Ci sono una serie di richieste – dice Anaclerio – Circa 50 che non sono state compilate correttamente: il modulo è completamente sbagliato, mancano gli allegati come un valido documento di riconoscimento, questo ovviamente ha determinato che la domanda venisse congelata temporaneamente ma non esclusa. In queste ore stiamo contattando i singoli richiedenti per chiedere loro di integrare la domanda, una volta completate saranno consegnati i voucher. Voglio precisare che ci sono state anche alcune domande che non sono state evase e per la precisione sono solo dieci. Le abbiamo ricevute su chat e nella fretta di gestire tutte non le abbiamo scaricate e stampate. Lo abbiamo fatto ora. Siamo umani, abbiamo gestito un’utenza ampia e il margine di errore c’è ma la soddisfazione più grande è stata ricevere messaggi di tantissime famiglie che ci hanno ringraziato: di errori sono stati fatti, ma per questo ce ne assumeremo le responsabilità, io in primis, come se le assumeranno coloro che hanno messo in circolo le liste violando la privacy ma soprattutto danneggiando il nostro lavoro. Alcune anomalie sono state già notate e denunciate. Il colpevole e i colpevoli pagheranno caro per aver approfittato di questo momento storico: il mio più grande errore è stato di aver forse dato fiducia a chi non dovevo».
CRONACA
15 aprile 2020
Torre Annunziata, i dati di 1.500 poveri in chat: il colpevole è un politico