Più aiuti da Stato e Regione con risorse a fondo perduto. Il tutto condito da coraggio e unione. E’ la ricetta degli imprenditori della penisola sorrentina che, ai tempi del Covid 19, avanzano proposte e segnalano criticità.
Per Natale Attardi, presidente Confcommercio Sorrento, molto passa da «soppressione dei tributi e sospensione degli sfratti. Sarebbero auspicabili pure aiuti a fondo perduto. Serve tanto coraggio. E per i lavoratori stagionali è urgente ripensare alla Naspi. L’indennità di disoccupazione va allungata facendo sì che i dipendenti possano coprire più mesi con un introito».
Alessandro Russo, del ristorante Tre Arcate di Piano di Sorrento, evidenzia che «le misure del governo sono state rapide per il bonus da 600 che oggi è arrivato quasi a tutti. Però i famosi finanziamenti del governo, che dovrebbero essere automatici, tanto automatici non sono. L’articolo 13 del decreto liquidità contempla che aziende con una segnalazione di sofferenza anche superata ma ancora non cancellata per il decorrere dei 5 anni non possano avere eccesso al fondo. Quindi mentre per via ordinaria la banca supererebbe l’ostacolo oggi per decreto non lo fa. Pe quanto riguarda gli aiuti regionali il bando in cui posso rientrare per il mio lavoro parte lunedì, ma sembra che le procedure siano più semplici, anzi evochi anche casi esclusi dalla legge nazionale». Restano problemi per l’adeguamento alle normative sanitarie: «C’è bisogno innanzitutto di un protocollo definitivo per ogni tipo di attività. L’adeguamento credo si realizzerà in breve con gli opportuni strumenti, ma innanzitutto deve avere una regolamentazione dei costi che si confronteranno con un minor utilizzo degli spazi a disposizione, di una minor rotazione del locale, orari di apertura più lunghi e ahimè minor personale impiegato per raggiungere il distanziamento sociale. Bisognerà essere attenti a raggiungere il giusto equilibrio per evitare che aziende già usurate dal lockdown non cadano in una voragine di adempimenti ad alto costo che sicuramente non possono cadere sul cliente finale. A questo si aggiunge il fatto che difficilmente quando le norme saranno ancora stringenti si consumerà una pizza o una cena con il giusto stato d’animo. Ai sindaci cosa chiediamo? Sicuramente collaborazione. Innanzitutto una sorveglianza sanitaria efficiente».
Mariano Minieri, barman del Blue Island, dice che «credo che il punto ideale sarebbe stato abolire i contributi, le utenze e gli affitti invece di rinviarli, dato che ci troveremo, per chi riuscirà a riaprire, a dover poi affrontare spese attuali e spese arretrate insieme. La mole di lavoro non potrà mai essere la stessa nei primi mesi almeno e questo potrà portare molte piccole imprese alla scomparsa. Vivendo di turismo sicuramente questa stagione sarà praticamente cancellata e la prossima potrebbe essere ancora lenta. Bisognerà ed anche giustamente fare tutto il possibile per evitare ulteriori problemi e sicuramente verremo indirizzati al meglio dalle norme che saranno man mano a nostra disposizione. Il lavoro di tutti andrà molto a rilento finché dovranno esserci limitazioni: andando per esempio ad un locale come il mio, potrò avere solo 4 tavoli date le distanze alle quali dovremo attenerci, chiaro che facendo questi numeri i nostri incassi saranno ottimisticamente un terzo rispetto a prima della pandemia, urge il bisogno di dimezzare quanto meno anche le spese di affitti, tasse sui rifiuti e quant’altro, chiaramente con la sicurezza, una volta terminata l’emergenza e tolta ogni limitazione, di tornare a dovere a tutti canoni e spese dovute».
Il turismo è legato all’edilizia. Giuseppe Arpino, di Aga costruzioni, sollecita «benefit a fondo perduto ma legando una parte dei soldi a progetti da attuare sia sul personale che in azienda. L’edilizia è un volano per tutti, specialmente in penisola sorrentina: intanto sto formando il personale a livello sanitario con precauzioni e attrezzature necessarie. Sto puntando anche sulla digitalizzazione e nuove forme di comunicazione. Le misure del governo le ritengo comunque mediocri. E lo notiamo a partire dai nostri clienti turistici. Urge una sinergia istituzionale sul territorio, a partire dai sindaci. Bisogna fare sistema. Si punti anche sull’edilizia pubblica, penso a tanti interventi di manutenzione che possono essere effettuati appena si potrà ripartire. E ciò consentirà di aprire un ciclo, seppur minimo, verso una rinascita che ci auguriamo sia positiva». Per il costruttore Mario Parlato, «bisogna essere più veloci nelle applicazioni delle misure. Di concreto non ne ho vista nessuna, dai 600 euro per i professionisti, 1.000 per le aziende, alla cassa integrazione che ho dovuto anticipare di sana pianta, altrimenti i dipendenti ed operai erano prosciugati, la moratoria sui mutui e leasing, tra domande e burocrazia non mi è stato sospeso ancora nessun accredito. Per ripartire, se è possibile, si devono riaprire le strutture ricettive, incentivare il turismo locale per riscoprire le nostre culture e identità con sconti su trasporti e tassa di soggiorno, riscoprire la sentieristica e aree abbandonate. Se non è possibile, si sfrutti questa sosta per lavori straordinari e quindi rilasciare autorizzazioni in modo celere, incentivare la pulizia del territorio anche in ambito agricolo forestale». Ai Comuni cosa chiede? «Per il mio settore i sindaci devono potenziare gli uffici dell’edilizia privata e dell’urbanistica, con commissioni edilizie a più turni, passando pratiche di condono con concessione in sanatoria. Per i lavori pubblici si utilizzano i fondi sbloccati dai patti di stabilità sospesi dall’Europa per prendere progetti già in possesso e indire gare facendo eseguire lavori di sistemazione di scuole, strade ed infrastrutture che, in questo momento che vengono poco utilizzate, non creano disagio».
Federalberghi, in penisola sorrentina guidata da Costanzo Iaccarino, ha chiesto al governo – col presidente nazionale Bernabò Bocca – di «adeguare le tariffe al mercato italiano. E il bonus vacanze che rende detraibile dalla dichiarazione dei redditi i soldi spesi è una cosa giusta». Rinnovata l’istanza per il differimento delle scadenze fiscali. «Innanzitutto vogliamo capire se dobbiamo riaprire gli hotel o trasformarli in ospedali – dice Iaccarino – Si avverte il bisogno di immettere liquidità nel sistema puntando sulla tutela dei posti di lavoro degli stagionali che in penisola sorrentina sono oltre novemila. Sosteniamo la possibilità di sospendere se non cancellare alcuni tributi locali e ovviamente non dimentichiamo pure la riflessione su sgravi contributivi sui dipendenti».
Corrado Soldatini guida il lido Metamare e per la ripresa ritiene giusto «azzerare i contributi previdenziali per i dipendenti. Per il futuro seguiremo le direttive del ministero della sanità per provvedere a distanziamento sociale e sanificazione degli ambienti. Cosa chiedo ai sindaci? Attivarsi per una ripresa veloce delle attività con l’adozione di misure atte a favorire il progressivo ritorno alla normalità».
Francesco Leonelli, dell’omonimo lido di Sorrento, spiega che «le misure finanziarie adottate dal governo per le aziende sono assolutamente insufficienti. Molti stabilimenti balneari, quando sarà consentito iniziare i lavori di montaggio e manutenzione, dovranno sostenere oltre ai costi usuali, anche i costi per riparazione dei danni provocati dalla mareggiata di questo inverno, nonché i costi per l’adeguamento delle strutture alle prescrizioni che sicuramente ci saranno per il distanziamento sociale dei clienti e dei dipendenti e per la sanificazione delle attrezzature e degli ambienti. Tutto ciò avverrà in un periodo in cui normalmente già si era operativi, quindi ai maggiori costi si sommeranno anche i mancati incassi. Anche il contributo una tantum che di 2.000 euro previsto dalla regione Campania è previsto solo per le aziende con fatturati molto bassi (fino a 100.000 euro all’anno). La possibilità di accedere al credito bancario prevista dal governo non aiuta le imprese che hanno bisogno adesso di disponibilità finanziaria mentre le lungaggini delle procedure per l’ottenimento del credito si scontrano con quest’esigenza. Rilanciare l’economia in penisola non sarà facile, il nostro è un territorio ad alta vocazione turistica e quest’anno di turisti ce ne saranno pochi. Un provvedimento che potrebbe incentivare la riapertura di molte aziende, che altrimenti rischiano di restare chiuse, è una forma di sostegno all’occupazione (sgravi contributivi o simili) che diano la possibilità alle aziende, con prospettive di ricavi minimi, di mantenere quanto più possibile i livelli occupazionali degli anni precedenti. Senza agevolazioni in tal senso penso che il più grave problema che dovremo affrontare sarà la forte disoccupazione che colpirà i lavoratori stagionali. A mio parere poi, si potrebbe immaginare una forte azione promozionale del nostro territorio indirizzata al turismo “italiano” che potrebbe, almeno in parte, compensare il deficit di presenze degli stranieri». Ovviamente senza gabbie come qualcuno ipotizzava sui social. «Noi balneari – dice Leonelli – abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità interrompendo allestimenti e pulizie che già erano in corso a marzo visto che per molti la stagione comincia a Pasqua. Tutto questo per mettere la salute dei cittadini e dei nostri dipendenti al primo posto e al di sopra di qualsiasi logica aziendale. Ma non abbiamo smesso di lavorare e di cercare di fare riflessioni su come ripartire garantendo la sicurezza e la fruibilità per tutti perché è ormai chiaro a tutti che la stagione 2020 e la riorganizzazione delle spiagge dovranno tener conto di quella che è l’emergenza epidemiologica in corso. Direi che gli spunti principali sono innanzitutto tre: il primo è quello della redistribuzione degli spazi. Stiamo pensando a come riorganizzare i nostri stabilimenti per rendere più vivibili e fruibili le strutture in sicurezza, che in termini concreti vuol dire distanziamento degli ombrelloni. Il secondo punto è la sanificazione, non solo di bagni, docce e ambienti comuni ma anche di ombrelloni, sdraio e lettini. Anche se non ci sono ancora prescrizioni ci stiamo già ragionando per identificare i procedimenti migliori. Il terzo punto riguarda il sistema di prenotazione, anche da remoto, che consentirebbe di gestire nel migliore dei modi i flussi in entrata della clientela».
Marcello Coppola, delegato Abbac per l’extralberghiero, polemizza: «Ci troviamo dinanzi ad un qualcosa di nuovo ed è normale che non tutti possono essere soddisfatti. D’altronde, dovendo giudicare le misure adottate fino ad oggi, credo di non affermare inesattezze dicendo che il governo ha puntato tutto sui dipendenti e quasi nulla sugli imprenditori che non sono altro che persone che hanno messo su un’attività al fine di creare occupazione per se stessi e per altre famiglie. Penso a tanti ristoratori, gestori di bar e di attività extralberghiere per i quali il flusso di cassa è vitale e che ora si ritrovano fermi ad attingere dai risparmi di una vita di sacrifici. La Regione Campania, dal suo canto, è mossa da buoni propositi che, però, all’uscita dei provvedimenti ufficiali, lascia molto perplessi. Basti pensare ai contributi pensati per le microimprese. All’uscita dell’allegato riportante i codici Ateco ammessi, il settore turismo era stato tagliato completamente fuori salvo, poi, fare marcia indietro ed affermare che la tabella era “meramente indicativa”. Insomma, tanta confusione data dalle numerose emergenze in atto, ma bisogna fare un po’ di ordine e cercare di salvaguardare tutti». Come si riparte? «Purtroppo non c’è un modo per rilanciare l’economia – risponde Coppola – Il prodotto costiera sorrentina ed amalfitana non ha perso appeal e in tanti, durante la quarantena, staranno sognando una vacanza nella nostra terra. Il problema di fondo sono i voli. Finché non si ripristinerà il traffico aereo, purtroppo, non ci saranno clienti stranieri e la stessa mobilità nazionale non avrà stimolo. Alcuni si illudono di poter salvare la stagione con il turismo italiano, ma, la nostra destinazione negli anni è stata sempre più modellata sulle esigenze di inglesi ed americani. Non si può attrarre un mercato da un istante all’altro in base alle esigenze del momento». Per non parlare del fattore legato alle nuove norme di distanziamento sociale: «Per le strutture ricettive esiste un grande problema di fondo – spiega Coppola – La nostra missione è l’accoglienza. Interporre barriere in plexiglass, mascherine, guanti e distanze di sicurezza annullerà quasi del tutto il valore di un sorriso, di una stretta di mano. Il fattore che più mi preoccupa sono i mezzi di trasporto e i siti di interesse. C’è chi parla di ingressi gratuiti a musei e siti archeologici. Penso che queste persone non abbiano ben capito cosa significhi evitare gli assembramenti. Sarà dura anche per i ristoranti, i bar ed, in generale, per tutte le attività commerciali. Oltre ai danni economici derivanti dal Covid-19, ci saranno da sostenere spese maggiori per la messa in sicurezza. Non mi stupirebbe se molti alberghi decidessero di non aprire. Per il futuro bisogna pensare ad un programma di eventi che veda la nostra destinazione come un palcoscenico dove 12 mesi all’anno va in scena uno spettacolo diverso. Lavorare tutto l’anno, o come piace dire a molti “destagionalizzare”, non è un fine, ma una conseguenza di una programmazione studiata nei minimi dettagli».
Mario Persico, dell’agriturismo Antico Casale di Piano di Sorrento, intende puntare «a 360 gradi sulla valorizzazione dei prodotti tipici e dell’artigianato locale sburocratizzando tutto». Ovviamente passando da «una digitalizzazione e una sinergia anche tra gli enti pubblici».
Il pasticciere dei vip, Antonio Cafiero, si dice «consapevole che tutto cambierà. Con Pasqua e ponti saltati abbiamo perso metà fatturato. Dobbiamo unire le forze. Magari anche pensando, perché no, un ticket tra gelaterie, bar e ristoranti portando a casa dei clienti colazioni e pranzi completi. Le misure introdotte da governo e Regione non le ritengo sufficienti. Una conseguenza sarà l’inevitabile calo delle assunzioni. Già prima che scattasse il lockdown, ho chiuso la mia attività. Al futuro guardo sempre con fiducia ma sarà tutto molto complicato. Penso alle folle e alle file che potrebbero esserci al di fuori delle attività. Non so se assumere guardie giurate o meno. Attendiamo cenni».
Rosario Fiorentino, della segreteria regionale Cub, spinge per «prolungamento Naspi, utilizzo del fondo dell’ente bilaterale, snellire ldilizia e agricoltura per permettere alle strutture di adeguarsi alle nuove esigenze ed in parte per il ricollocamento del personale».