CRONACA
Capri, al via la gara per la riapertura di via Krupp
Marco Milano
Notte bianca ed eventi gratis, la rinascita di Pompei
Salvatore Piro
Torre del Greco. In mattinata si era dedicato alle piccole commissioni familiari, la spesa in salumeria e un salto dal fruttivendolo. Tutto a due passi dalla sua abitazione, all’ultimo piano di uno stabile di via Litoranea affacciato sul golfo di Napoli. Dove, all’ora di pranzo, si è consumata una tragedia poi finita sotto i riflettori della procura di Torre Annunziata: Stefano Boccieri – camionista di 43 anni – si è accasciato sotto gli occhi terrorizzati della moglie e dei figli, in preda a lancinanti dolori al petto.
L’attesa dei soccorsi
Immediata è scattata la richiesta d’aiuto al centralino del 118: «Aiuto, mio marito sta male», l’allarme lanciato intorno alle 14 da via Litoranea. Dove i minuti hanno cominciato a correre in fretta, fino a diventare ore. Un’attesa infinita – verosimilmente provocata dalla necessità del personale dell’ambulanza di indossare le tute anti-Covid – costata la vita al quarantatreenne: all’arrivo dei sanitari – scortati da una gazzella dei carabinieri – non c’era già nulla da fare. Il cuore dell’uomo si era fermato, stroncato da infarto – la prima ipotesi avanzata dai camici bianchi – oppure da un ictus fulminante. Eppure il camionista non soffriva di alcuna patologia e aveva rinunciato già da tempo alle trasferte di lavoro per non rischiare di essere contagiato dal Coronavirus: «Non voleva mettere in pericolo la moglie e i figli», raccontano alcuni abitanti del lungomare. Non è bastato.
La denuncia e l’inchieste
Ma la tragedia di via Litoranea avrà uno strascico investigativo. Davanti ai soccorsi-lumaca, i parenti della vittima hanno chiesto di fare luce sulle ragioni del ritardo dell’ambulanza in una città praticamente deserta per il «coprifuoco» da Covid-19: «Sono passate tre ore dalla chiamata al centralino del 118 all’arrivo dei medici», la rabbia dei parenti della vittima. Ascoltato il pubblico ministero di turno alla procura di Torre Annunziata, i carabinieri della caserma Dante Iovino hanno disposto il sequestro della salma poi trasportata all’obitorio dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Sarà un medico legale a stabilire senza ombra di dubbi le ragioni del decesso. Non è escluso il ricorso a un tampone post-mortem per verificare se Stefano Boccieri fosse stato contagiato dal Coronavirus e fosse asintomatico: un atto dovuto, considerato come l’uomo non avesse mai avvertito durante i giorni della quarantena malore di sorta.
Il cordoglio degli amici
La notizia della morte del camionista di 43 anni si è rapidamente diffusa in tutto il quartiere: l’uomo e la moglie – sposati da 22 anni – erano conosciuti in Litoranea, frequentavano abitualmente i locali della zona e la spiaggia sotto casa. Una valanga di messaggi ha invaso la bacheca Facebook dell’uomo e dei suoi familiari: «Hai lasciato un vuoto in tutta la mia famiglia – scrive un amico – Sempre il primo in tutto, non ti dimenticheremo mai». Qualcuno ricorda il soprannome ‘o cocco e la sua dedizione per la famiglia e per il lavoro. Già il suo camion. Su cui Stefano Boccieri è salito all’improvviso per il suo ultimo viaggio.
©riproduzione riservata