«Appare un azzardo aprire il cantiere e iniziare i lavori di montaggio. Ma bisogna farsi trovare pronti. L’estate deve essere la stagione del riscatto contro il coronavirus e le sofferenze di questi mesi duri». Francesco Schisano è un imprenditore dinamico, che non riesce a star fermo un istante. Pensa, progetta, sogna. E prova a lanciare un segnale di fiducia: «Ripartire è complicato ma va pigiato il pulsante start altrimenti ogni chance di riscatto è destinata a fallire». Schisano guida con entusiasmo il lido balneare Marameo, al litorale San Francesco di Sorrento che può sventolare con orgoglio la bandiera blu. «Icona d’eccellenza che dobbiamo confermare ora anche per la qualità della prevenzione e delle misure anti Covid nei servizi proposti ai clienti» fa notare il patron dello stabilimento. Che, ieri mattina alle otto in punto, è tornato nel suo lido dopo mesi di quarantena assieme a una squadra di operai.
Che sensazione ha provato quando ha varcato l’ingresso dello stabilimento?
«Speranza. Perché dobbiamo tentare di vincere questa sfida e insieme. Tuttora siamo in attesa di vademecum sanitari e regole per riprendere l’attività né ci è stata fornita una data come per altre realtà. Ma intanto ci muoviamo. E’ questo che si deve fare adesso. Lo dobbiamo alla nostra storia e ai nostri lavoratori».
Come si presenterà il suo lido ai nastri di partenza dell’estate 2020?
«Premessa: ancora non sappiamo che interventi saranno richiesti per riaprire. Ma nel frattempo stiamo approntando schemi operativi e piani di tutela per operatori e bagnanti e, se fosse necessario, ci adegueremo successivamente ai protocolli nazionali e regionali. L’assenza di una data di ripartenza pesa, però si deve sfruttare la fase due anche per prepararsi a ciò che sarà avendo linee di massima dettate da distanziamento sociale e misure anti assembramento oltre che di alta santificazione di ambienti e locali. Il mio lido avrà una capienza di circa il 60 per cento inferiore rispetto a un anno fa. Ed è questa la base. Gli stabilimenti dovranno essere tutti smart, ecco perché sto elaborando un’app con la quale si potranno prenotare ingresso, lettino e ombrellone con orari e giorni di anticipo. Con questo sistema, il bagnante potrà ordinare pasti e bevande, chiedere dei servizi, evitando contatti ravvicinati. Penso di adottare pure una sorta di mappa dei posti disponibili in tempo reale, sia in rete che al varco di accesso. Abbiamo però necessità urgenti».
Ovvero?
«Governo e Regione devono indicarci le misure minime da adottare così da consentirci di adeguarci per tempo. Ma ci sono altre considerazioni da fare».
Prego, ci dica.
«Voglio riaprire non solo per i clienti, ma anche per i lavoratori. Ogni estate la mia squadra è formata da 26 dipendenti. Intendo riassumerli tutti. Non voglio perdere nessuno. Sia chiaro: adotterò un criterio di anzianità e necessità per assumere gli stagionali. Chi ha una famiglia alle spalle e problemi a casa avrà una sorta di precedenza. Inizieremo a scartamento ridotto, poi completeremo il team. Sul resto, spiace che il governo pensi di sostenere le aziende con i prestiti. La soluzione è avviare un percorso di sgravi e ammortizzatori sociali a tutela dei lavoratori».
Che estate si aspetta?
«Il miracolo sarà non chiudere la stagione in perdita. Vincerà il turismo di prossimità che non provocherà tanti benefici».
Dalle gabbie in spiaggia alle zattere galleggianti. Sono diverse le idee per rendere i lidi anti Covid. Che ne pensa?
«Già da tempo forniamo lettini galleggianti, credo però che non saranno una soluzione. Idem per la zattera galleggiante. Basterà ridurre posti per lettini e ombrelloni, come sto facendo nel mio lido. Per la zattera galleggiante bisogna fare pure altre considerazioni: a meno che un cliente non la fitti per l’intera giornata bisognerà sanificarla ogni momento perché, stando a mare, sarà un’attrazione a portata di chiunque si tufferà. A meno che, come sostiene qualcuno, l’acqua di mare non possa rivelarsi una sorta di vaccino. Romanticamente spero che sia così».