“Attenzione contiene amianto, respirare polvere di amianto è pericoloso”: era la dicitura incollata sui bustoni neri all’interno dei quali c’erano oltre sette quintali di sigarette di contrabbando provenienti dalla Libia. Bustoni caricati di notte su nave Caprera, della Marina Militare italiana e per un certo periodo, nell’estate del 2018, ormeggiata a Tripoli per garantire supporto alle autorità straniere per fronteggiare il flusso migratorio verso l’Italia. Assieme alle sigarette di marca straniera c’erano alcuni flaconi di Cialis, farmaco usato per curare le disfunzioni erettili. Sono sei i provvedimenti cautelari eseguiti oggi dagli uomini della Guardia di finanza di Brindisi. Le misure restrittive riguardano cinque appartenenti alla Marina militare e un ufficiale libico.
I carichi “illegali” sarebbero stati destinati ad altri militari, estranei ai fatti in quanto acquirenti. L’unico arrestato portato in carcere è Marco Corbisiero, di Torino e residente a Taranto, che ha rivestito il ruolo di ufficiale tecnico della Marina e che è indagato anche per aver cercato di comprare il silenzio di altri colleghi, per evitare una denuncia. Gli arrestati posti ai domiciliari sono Mohamed Hamza Ben Abulad, di Tripoli, Roberto Castiglione di Taranto, Antonio Filogamo di Villaricca, Antonio Mosca di Mesagne (Brindisi). Per Mario Ortelli di Napoli, è stato disposto l’obbligo di dimora. Castiglione, Filogamo e Mosca sono membri dell’equipaggio di Nave Caprera. Le misure cautelari sono state disposte dal gip del Tribunale di Brindisi Vittorio Testi, su richiesta dei pm Giuseppe De Nozza e Alfredo Manca, coordinati dal procuratore aggiunto Antonio Negro.
Ha contribuito all’inchiesta anche la Capitaneria di porto. Le accuse ipotizzate a vario titolo sono di contrabbando di sigarette e del farmaco Cialis, di imbarco arbitrario di merci di contrabbando su una nave militare, di peculato d’uso, di istigazione alla corruzione e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico. Dalle verifiche è emerso, tra l’altro, che gli indagati avrebbero organizzato il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chili di tabacco lavorato estero e di Cialis acquistati con denaro prelevato dalla cassa della nave Caprera o comunque come contropartita di un sistema di fatturazioni “gonfiate”. “L’attività di indagine – scrive il gip nell’ordinanza cautelare – permette di ritenere che le sigarette di contrabbando vennero di fatto pagate dallo Stato Italiano, e in particolare, dalla Marina Militare”.
La Marina ha sin da subito collaborato con gli inquirenti: è stato infatti il comandante di nave Caprera, Oscar Altiero, a segnalare le anomalie riscontrate all’autorità giudiziaria.