Ercolano/Portici. Il primo aveva filmato gli agenti della polizia municipale durante un ordinario controllo del territorio e aveva poi diffuso il video – ricco di insulti e insinuazioni ai danni dei vigili urbani – attraverso i social. Il secondo e il terzo avevano pesantemente commentato l’operato dei caschi bianchi guidati dal comandante Francesco Zenti. Tutti e tre, ora, rischiano di finire davanti ai giudici del tribunale di Napoli per rispondere dell’accusa di diffamazione via Facebook. È l’epilogo dell’indagine-lampo condotta dagli uomini in divisa del comando di vico Posta per stanare i «leoni da tastiera» pronti a beffeggiare – rigorosamente on-line e «protetti» da un monitor – le forze dell’ordine del territorio.
Al centro della vicenda un servizio di pattugliamento organizzato in via Benedetto Cozzolino, la statale di collegamento tra Portici e Torre del Greco finita in varie occasioni agli «onori» della cronaca per drammatici incidenti stradali. Era metà giugno: durante i controlli effettuati con il targa scanner gli agenti di polizia municipale fermarono un centauro in sella a uno scooter. Neanche il tempo di procedere con gli accertamenti di rito e sul posto piombò il padre del ragazzo: C.M. – quarantacinquenne di Portici – cominciò a filmare con il suo smartphone – le operazioni della polizia municipale, accompagnando le immagini con maliziosi riferimenti alla regolarità delle verifiche degli uomini in divisa.
A distanza di pochi minuti, poi, il video venne pubblicato su un gruppo Facebook abitualmente frequentato dagli internauti di Ercolano e Portici: sotto il post si scatenarono decine di commenti, alcuni particolarmente «pesanti» contro i vigili urbani. Pronti a risalire – in collaborazione con la polizia postale – ai responsabili di alcuni «apprezzamenti» non propriamente ortodossi: V.F. e S.A., rispettivamente di 21 anni e 55 anni, sono stati così querelati con l’accusa di diffamazione a mezzo social. Stessa accusa a carico di C.M., chiamato a rispondere davanti all’autorità giudiziaria pure della pubblicazione non autorizzata del filmato in cui vengono ripresi gli agenti di polizia municipale in azione. I tre, adesso, rischiano di dovere affrontare un giudizio davanti al tribunale di Napoli.
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