Ercolano. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Buonajuto rischia di perdere i fondi per contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti davanti alle scuole. È il paradosso del Comune diventato un «modello» per la lotta alla criminalità organizzata eppure costretto a confidare nella «comprensione» del prefetto Marco Valentini per non vedere sfumare il contributo da 30.000 euro già stanziato dal ministero dell’Interno per la sicurezza urbana.
A dispetto dell’iter avviato lo scorso 10 gennaio dall’ufficio territoriale del governo di Napoli per sottoscrivere il protocollo d’intesa relativo all’edizione 2020 del progetto «Scuole Sicure», infatti, la giunta guidata dal baby-Renzi del Vesuviano – già proiettato alla corsa per il bis alla guida dell’ente di corso Resina – solo a inizio luglio ha approvato il piano per accedere ai fondi dello Stato. «Tra i principali problemi della nostra società – la premessa dell’esecutivo guidato da Ciro Buonajuto – c’è l’uso di droghe in periodo adolescenziale. Emerge, pertanto, la necessità di porre in essere misure atte a prevenire e contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti attraverso azioni di informazione e sensibilizzazione nonché implementazione della presenza di forze dell’ordine davanti agli istituti scolastici, con l’utilizzo di sistemi tecnologici a supporto delle attività di controllo».
Il progetto, in particolare, si concentrerà sull’unico istituto superiore del territorio – il liceo Adriano Tilgher, sia presso la sede centrale di via Casacampora sia presso la sezione distaccata di via Bordiga – e si articolerà in due fasi: la prima «informativa» con l’impiego di agenti di polizia municipale e con le collaborazioni di esperti in sinergia con il personale docente per fornire agli studenti cognizioni e delucidazioni sul fenomeno e sugli effetti del consumo di droghe; la seconda di «controllo e repressione» all’esterno delle scuole, con l’ausilio di un drone dotato di camera termica e ottica per stanare gli eventuali spacciatori. Per l’acquisto del drone e delle telecamere portatili con memorie per la conservazione dei dati sarebbe investita la metà del contributo – circa 15.200 euro – mentre la restante parte sarebbe utilizzata per la «formazione» dei vigili urbani e lo straordinario ai caschi bianchi del comando di vico Posta. Un’iniziativa sicuramente utile e apprezzabile, ma partorita con preoccupante e pericoloso ritardo rispetto ai tempi del progetto «Scuole Sicure».
Al punto da mettere a rischio l’arrivo dei fondi. Di qui, la scelta del sindaco di «accompagnare» il piano con una lettera alla prefettura di Napoli: «Il ritardo nell’invio è dovuto alla situazione emergenziale che ha ridotto drasticamente le attività del personale impiegato dal Comune – la «giustificazione» del primo cittadino con il prefetto di Napoli -. Confidiamo nell’accoglimento dell’istanza nonostante il ritardo rispetto ai termini previsti». Non propriamente una bella figura per il «modello» della lotta alla criminalità organizzata.
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