Ercolano. A due mesi dalle elezioni, parte il countdown per il rinnovo del consiglio comunale. E si stilano i primi bilanci del quinquennio 2015-2020 targato Ciro Buonajuto, arrivato in corso Resina con l’obiettivo di cambiare il volto di Ercolano. Un obiettivo – a essere di manica larga – centrato solo a metà, vista la mole di fallimenti registrati all’ombra del Vesuvio. Il sindaco-avvocato ha, infatti, potenziato il turismo della città degli Scavi e rilanciato l’indotto del settore.
Come? Con astuzia e capacità: in cinque anni Ciro Buonajuto ha dato a Ercolano un impatto mediatico senza precedenti, portando avanti la battaglia anti-camorra avviata dai suoi predecessori. Richiamando così ulteriori visitatori sul Vesuvio, agli Scavi e alle storiche ville sospese a mezz’aria tra monte e mare. Sul fronte della sicurezza, poi, il baby-Renzi del Vesuviano ha completato i lavori della caserma dei carabinieri – aperta a fine 2019 – e ha tagliato il nastro di diversi parchi urbani, come quello di Pugliano. Tuttavia, per il sindaco passato dal Pd a Italia Viva non ci sono solo «rose e fiori» bensì una sfilza di fallimenti capace di complicare la scalata-bis alla guida del Comune. Uno in particolare brucia ai cittadini: la costante crisi del settore rifiuti e la mancata trasformazione di Ercolano in una città «monnezza free».
Sicuramente una spilla che Ciro Buonajuto non si può appuntare al petto è relativa al decoro urbano. Ci sono interi rioni che sprofondano sotto il peso della spazzatura, nonostante le innumerevoli segnalazioni degli ultimi anni, le denunce in procura e gli esposti dei residenti. Nella «road map» dei fallimenti ci sono poi sicuramente via Pignalver – una zona discarica percorsa da turisti – e via Casacampora, la traversa che ospita l’istituto superiore Adriano Tilgher tra rifiuti di ogni genere e perfino lastre di amianto. Senza dimenticare via cupa Viola, la zona di San Vito e le bonifiche mai avvenute ai piedi del Vesuvio, tanto sbandierate dal ministro all’ambiente Sergio Costa e mai portate avanti. Insomma, al di là della più classica bagarre politica che in realtà all’elettorato neanche interessa, ci sono alcuni caposaldi che – secondo i cittadini – la prossima amministrazione comunale dovrà portare avanti: il decoro urbano, l’abbassamento della tassa Nu e uno stato dei luoghi semplicemente civile.«Non seguo la vicende politiche – racconta una insegnante-residente in un quartiere-discarica – So solo che mi guardo intorno e troppo spesso vedo una città sporca, con poco trasporto pubblico e disservizi. Non mi importa chi ha fatto cosa e perché: una amministrazione comunale deve garantire servizi di base e, suppongo, che una efficiente raccolta dei rifiuti lo sia».
Un pensiero in realtà simile a quello di tanti altri passanti in una semplice mattina di metà luglio tra corso Resina e via IV Novembre: la politica dei litigi e dell’«io ho fatto» poco interessa, o di sicuro non quanto avere servizi efficienti che tutti i residenti del Comune pagano. Dunque, Ciro Buonajuto è promosso con riserva. Anzi, rimandato a settembre. Quando gli elettori torneranno alle urne dopo 5 anni di (qualche) luce e (diverse) ombre.
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