In 36 paesi del mondo già lo fanno. In Italia l’ipotesi che anche i farmacisti possano vaccinare ha iniziato ad essere ventilata nelle ultime settimane, tanto che gli stessi farmacisti hanno iniziato a prepararsi con un corso per somministrare il vaccino antinfluenzale, vista la forte richiesta vaccinale prevista per quest’anno.
Ma oltre alle parecchie polemiche sollevate da parte dei medici e i biologi su quest’idea, c’è da risolvere prima di tutto uno scoglio legislativo, visto che manca la norma che autorizzi i farmacisti a vaccinare. In Italia infatti vaccini possono essere somministrati solo da un medico o dagli infermieri, sotto la supervisione di un medico, come ricorda Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg).
“Le iniezioni intramuscolari, come i vaccini, possono essere fatte anche dagli infermieri, sotto la supervisione di un medico. Vuol dire che deve esserci un medico responsabile disponibile, che ha la responsabilità della terapia medica e sa come intervenire nel caso di un evento avverso”, precisa. Federfarma intanto non ha perso tempo, e già da qualche settimana l’Utifar (Unione tecnica italiana farmacisti 2000) ha attivato un corso di formazione a distanza per vaccinare contro l’influenza, a cui si sono iscritti in 4000.
“Noi siamo disponibili e ci stiamo preparando, ma per poterlo fare serve una norma che ci autorizzi a farlo”, precisa il presidente della Federfarma, Marco Cossolo. “In 14 paesi europei – continua – i farmacisti possono vaccinare chi ripete il vaccino, e altri 4 si stanno muovendo in tal senso”. Secondo un’indagine dalla Fip (Federazione farmaceutica internazionale), vaccinarsi in farmacia è possibile in almeno 36 Paesi del mondo e questa modalità è stata proposta o è in fase di sviluppo in altri 16 paesi. In farmacia vengono somministrati 36 tipi di vaccini, dove i più comuni sono quelli per influenza, epatite B e tetano, ma l’elenco include vaccini per morbillo, malaria, infezioni pneumococciche e fuoco di Sant’Antonio.
Ma oltre all’influenza, è emersa anche l’ipotesi, nell’incontro al ministero della Salute con le rappresentanze dei farmacisti, di rendere disponibili in farmacia i test sierologici validati dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Comitato Tecnico-scientifico. Un’idea che ha subito trovato contrari medici e associazioni dei laboratori di analisi. “Non condividiamo l’idea che i test sierologici per Covid-19 possano essere autosomministrati. Nell’attuale contesto epidemiologico, l’indicazione dovrebbe rimanere nella disponibilità del medico”, afferma il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.