Napoli. “Era la festa di San Gennaro, quanta folla per la via”: è solo un verso, oggi, di una antica canzone napoletana. La via, quella del Duomo, sempre affollata negli anni precedenti, il 19 settembre, da un brulichio di fedeli e curiosi, che fin dal mattino si precipitavano in attesa della liquefazione del sangue del martire che protegge Napoli e la Campania. Ora il virus ha stravolto tutto: le stringenti misure contro il Covid hanno completamento mutato l’aspetto della festa. Poca gente in strada, accessi contingentati e con mascherine in Duomo: questo lo scenario imposto dall’emergenza. Il tradizionale bacio alla teca con il sangue è stato vietato (il precedente quando la città fu colpita nel 1973 dall’epidemia di colera), così come è stato assolutamente vietato creare assembramenti, anche all’interno del Duomo. Un Duomo che è stato chiuso per la sanificazione al termine della messa, prima di riaprire alla venerazione dei fedeli. Una festività di San Gennaro diversa, anche perché l’ultima del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli dal 2006, già prorogato di due anni nel suo mandato dal Pontefice. Ultima anche per Luigi de Magistris, almeno in qualità di sindaco di Napoli e presidente della Deputazione di San Gennaro. Sulle panche, gli adesivi indicavano dove era consentito sedersi e dove, invece, non era possibile farlo. Per entrare, la protezione civile ha misurato la temperatura con il termoscanner. Il primo controllo della temperatura è stato effettuato, però, ai varchi allestiti in via Duomo, a ridosso della cattedrale. E’ qui, che qualcuno ha protestato: per entrare era necessario inviare una mail al cerimoniale della Curia. Senza invito non si poteva entrare, ma le persone rimaste escluse, hanno lamentato di non essere stati informate, a loro dire. Dentro posto al massimo per 200 persone, compresi i celebranti, il coro, le autorità, la Deputazione di San Gennaro e la stampa. Cento sedie, con la dovuta distanza di sicurezza, sono state sistemate nella basilica di Santa Restituta, rimasta, tuttavia, vuota. Altri 300 posti sono stati allestiti sul sagrato, da dove era possibile assistere alla celebrazione attraverso due maxischermi. Nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, non sono mancate le ‘parenti’, le donne che pregano il patrono ‘sollecitandolo’ fortemente affinché non si attardi nel miracolo. Alle 10.02 l’annuncio che tutti aspettavano. Il sangue di San Gennaro si è sciolto: il miracolo o prodigio, che dir si voglia, si è ripetuto. Un evento considerato di buon auspicio per la città e la regione. Il cardinale Sepe, nella sua omelia, ha lanciato un vero e proprio anatema contro la camorra. “L’attacco che la delinquenza continua a provare alla città è più vile che mai. Anche in questo tempo di crisi – ha affermato – il suo obiettivo è quello di trarre profitto, ad ogni costo, perpetuando un ricatto ancora più odioso”. “E’ triste vedere il Duomo così – ha commentato dal canto suo de Magistris – ma va già meglio rispetto a maggio quando era completamente vuoto. Questo – ha concluso – è questo il tempo che viviamo, bisogna avere coraggio e pazienza e rispettare le regole necessarie”. Festa di San Gennaro particolare anche perchè a ridosso delle elezioni per le Regionali: in Duomo si sono visti, tra gli altri, il governatore in carica, Vincenzo De Luca, ed il suo sfidante di centro destra, Stefano Caldoro.
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19 settembre 2020
Miracolo di San Gennaro, pochi fedeli e niente bacio: a Napoli l’anatema anti-camorra di Sepe