“Le Regioni più colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Campania che registrano molti postivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, più o meno al livello della Lombardia; l’incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento però sembra essere abbastanza graduale. poi ci sono regioni più piccole come l’Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata” . Lo ha detto il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero.
Regioni zona rossa ancora in via di valutazione
Rezza ha poi voluto chiarire i criteri che servo a stabilire le “zone rosse”. L’automatismo per la definizione delle zone rosse nelle quali introdurre restrizioni e’ gia’ previsto anche nel dpcm ma questo “non vuol dire che sia tutto cosi’ facile”. “L’RT e’ un indicatore di stima che arriva da modelli automatici ma da solo potrebbe essere anche fallace. Si deve vedere anche la resilienza e questo rende piu’ sofisticato il meccanismo. Si tratta di un parametro che e’ un insieme di 21 indicatori compresi quelli di resilienza ed e’ su questo che si sta ragionando”.
Quali regioni sono in zona rossa “è ancora in via di valutazione; è un combinato disposto di criteri di incidenza e tendenza, valore Rt e 21 indicatori compresi quelli di resilienza, cioè su quanto il sistema è in grado di rispondere”. “Credo che l’applicazione di zone rosse da parte delle Regioni, a parti piccole del territorio, a livello subregionale – ha sottolineato – sia un meccanismo del tutto praticabile”.