Torre del Greco. La «quattordicesima» prima delle vacanze estive e il «bonus d’agosto» per affrontare senza particolari affanni la ripartenza post-ferie: al rientro tra gli scranni del consiglio comunale, i politici di maggioranza e opposizione hanno trovato la bellezza di complessivi 46.000 euro – liquidata in due tranche, a distanza di 10 giorni: 34.000 euro per i mesi di giugno e luglio, 12.000 euro per il mese di agosto – a ricompensare le attività portate avanti a palazzo Baronale per il «bene di Torre del Greco». Un vero e proprio salasso – in media, duemila euro lordi a testa – alle casse pubbliche del Municipio, destinato a scatenare, alla luce della recente frenata ai tagli degli sprechi della casta, nuove polemiche e proteste all’ombra del Vesuvio.
Slot machine in Comune
Ironia della sorte, il doppio pagamento d’oro è arrivato proprio a cavallo della decisione della maggioranza targata Giovanni Palomba di ritirare – dietro proposta della «stampella» Antonio Spierto – la mozione presentata dall’opposizione per tagliare i costi della casta attraverso il ripristino del divieto di cumulo quotidiano dei gettoni di presenza introdotto «per errore» all’epoca in cui l’avvocato Gaetano Frulio era alla guida della prima commissione consiliare. Uno «sbaglio» capace di trasformare le commissioni consiliari in vere e proprie slot machine per i politici – un giorno di «lavoro» in municipio può arrivare a costare fino a 120 euro in soldi pubblici – a cui, a chiacchiere, il presidente del consiglio comunale avrebbe voluto porre rimedio. Finché il bluff durato due anni non è stato smascherato a metà settembre, con il ritiro della mozione taglia-spese in attesa di una nuova proposta di rimodulazione dei costi della politica.
Il salasso estivo
Gli effetti del mantenimento del «bonus-Frulio» si possono leggere all’interno delle due liquidazioni di pagamento firmate il 10 settembre e il 20 settembre dal segretario generale Pasquale Incarnato. Il primo provvedimento riconosce ai consiglieri comunali complessivi 34.000 euro per la partecipazione alle riunioni della commissioni consiliari del mese di giugno e luglio. Ma il vero «vulnus» e il conseguente danno alle casse dell’ente di largo Plebiscito provocato dalle modifiche al regolamento decise a dicembre del 2019 emerge con chiarezza dalla liquidazione di pagamento del mese di agosto: a dispetto della decisione del capo dell’assise di fermare le sedute delle commissioni consiliari per 15 giorni, la casta è riuscita ugualmente a sfondare il muro dei 12.000 euro. Ovviamente, grazie alla possibilità di cumulare i gettoni e recuperare così i giorni di «lavoro» persi durante le vacanze d’agosto.
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