SCAVI DI POMPEI – Si è tenuto il consueto appuntamento con il tradizionale taglio delle uve coltivate nei vigneti delle antiche domus, dalle quali viene prodotto il ricercato vino ”Villa dei Misteri”, prodotto mediante una convenzione con l’Azienda Vinicola Mastroberardino che si è occupata negli anni delle ricerche preliminari, dell’impianto e della coltivazione dei vigneti dell’antica Pompei. Il pubblico ha potuto assistere alla 22/a edizione del taglio delle uve, accedendo dall’ingresso di Piazza Anfiteatro, e visitando il vigneto del Foro Boario con la sua cella vinaria, il vigneto e la casa della Nave Europa e quello della casa del Triclinio all’aperto. In quest’ultima domus è allestita fino al 30 novembre la mostra Metropoli Latina dell’architetto Andrea Branzi.
La coltivazione delle uve e la produzione del vino pompeiano fanno parte di un progetto scientifico di studio degli impianti e delle antiche tecniche di viticoltura pompeiana avviato negli anni ’90, nell’ambito degli studi di botanica applicata all’archeologia condotti dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco Archeologico di Pompei, cui ha fatto seguito la convenzione con l’Azienda Vinicola Mastroberardino che tutt’oggi si occupa della cura dei vigneti producendo il vino ”Villa dei Misteri”. Presenti all’evento il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e il prof. Piero Mastroberardino. L’idea progettuale, nata nel 1994, dapprima riguardava un’area limitata degli scavi, per poi ampliarsi e giungere oggi a interessare 15 aree a vigneto ubicate tutte nelle Regiones I e II dell’antica Pompei (tra cui Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, l’Orto dei Fuggiaschi, ecc.) per un’estensione totale di circa un ettaro e mezzo e per una resa potenziale di circa 40 quintali per ettaro.
Oggi il vino Villa dei Misteri rappresenta un modo peculiare per raccontare e far conoscere Pompei con la sua cultura e la sua tradizione antica e quale luogo di valorizzazione e, al tempo stesso, di difesa del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. Il Villa dei Misteri è frutto dell’uvaggio storico di Piedirosso e Sciascinoso cui si è aggiunto, a partire dal millesimo 2011, l’importante contributo dell’Aglianico, vitigno simbolo della Campania, testimone millenario della viticoltura di origine ellenica e tra le varietà più adatte alla produzione di grandi rossi da lungo invecchiamento. Risale al 2007 l’ampliamento del progetto di ricerca sulla Vitis vinifera a Pompei, con l’individuazione di ulteriori aree da ripristinare a vigneto, aree destinate prevalentemente all’Aglianico.